domingo, 30 de marzo de 2008

Posto angh'io!

Insomma, tutto questo casino per un piccolo aumento dei prelievi all'export della soia. Prima dell'ultima modifica del governo i prelievi stavano così:
soia: 35%
girasole: 32%
mais: 25%
grano: 28%
Era poco, era tanto? bo', la gente borbottava ma la cosa filava più o meno liscia. Anche perché negli ultimi mesi i prezzi dei quattro prodotti in questione sono aumentati vertiginosamente. Quindi il governo ha pensato bene di metterci le mani, rendendo i prelievi mobili a partire da un livello di riferimento. Il risultato, oggi, è questo:
- soia: 44%
- girasole: 39%
- mais: 24%
- grano: 27%
ma "mobilità" significa che ad aumento del prezzo il prelievo aumenta automaticamente, e dunque il margine del produttore rimane più o meno lo stesso a futuro. Evidentemente non è lo stesso concetto di "prevedibilità" di cui parla l'imprenditore. Quindi, tutti per strada a bloccare il traffico, anche se con interessi e obiettivi diversi. I piccoli e medi per, diciamo, la sopravvivenza - anche se non è esattamente in pericolo la guanciotta rossa dei figli, ma insomma, ci mancherebbe - gli altri, i grandi, per quel qualcosina in più.

Qua secondo fritz stanno il primo e il secondo errore clamoroso del governo. Il primo è quello di aumentare il prelievo senza discriminazioni, salvo una vaga promessa di azioni complementari. Il secondo, è quello del famigerato primo discorso della Presidente, con le allusioni ai picchetti dell'abbondanza, alle 4x4 (un vero trauma nazionale), e insomma tutta la parafernalia ideologica sugli egoisti che affamano la nazione, e la ciliegina dell'accusa velata di golpismo. E' chiaro che in parte almeno per il discorso si tratta di errore provocato, se non altro dall'annuncio fatto poche ore prima dalle organizzazioni agricole di voler continuare la protesta a tempo indeterminato. Ma insomma, tenere i nervi saldi in una situazione difficile dovrebbe essere metà del dovere di un governo nazionale.

E infatti se la Presi voleva ideologia, ideologia ha avuto. Ho visto un po' della cronaca del cacerolazo su un canale nazionale, e bè, la copertura era bella schierata, ecco la gente buona (anvedi a bionda platiné!) che protesta contro il governo prepotente. In una serata sola sono venute a galla tutte le affascinanti questioni da cui l'Argentina sembra non poter uscire, peronismo e antiperonismo, marxofobia paranoica, razzismo da bar, nostalgie militaresche, e visto da qua - e praticamente ignorato dalla capitale - anche l'eterno dilemma federale/unitario, città/province. Praticamente un bignamino psichedelico degli ultimi 150 anni di storia nazionale. Davvero, qua non ci si annoia mai, non abbiamo mica bisogno della diossina dint'a muzzarell.

Adesso, dopo il secondo discorso della CFK, quello più pacato, ragionato, sfumato, pieno di ma anche, in cui si notava la intensa lettura di tutta la settimana di Página/12, con tutti i riferimenti ai piccoli produttori, alla FAA, al grido di Alcorta, la palla sta nel campo del... campo. Dopo l'ammorbidimento dei giorni scorsi (peccato che nessuno mi abbia scommesso contro) e il mezzo flop dei primi incontri bisognerà che qualcuno trovi l'equilibrio (che lo vedo complicato) fra il controllo dei matti e il proseguimento delle trattative. Ci sono grosse probabilità di passare definitivamente dalla parte del torto.





jueves, 27 de marzo de 2008

Ce la giochiamo?

Se la Cristina nel discorso di stasera non dice stupidate e/o non cerca di stravincere, il conflitto con "il campo" inizia ad ammollarsi.

martes, 18 de marzo de 2008

Il periodo non collegato

Cose notevoli successe negli ultimi giorni: 3.

Uno, è venuto Bob Dylan a Córdoba, e ha fatto 5000 persone. Non saprei scegliere quale delle due è più clamorosa. Io non ci sono andato per motivi vari che si possono riassumere con "paranoia dura". Il tipo che lo ha portato qua, che si chiama Palazzo, è uno di cui si può dire tutto meno che non si espone, per dirne una è stato l'organizzatore del primo concerto dei "dannati" Callejeros post-Cromagnon. Dicesi Cromagnon il locale in cui il 30 dic. 2004 morirono in un incendio circa 180 ragazzi, mentre suonavano, appunto, i Callejeros. Non so se avrà guadagnato soldi con Dylan riempiendo poco più di un terzo dell'Orfeo, ma è uno cui piace portare di queste medaglie, e a me sembra un merito. Per quel che ne ho visto in giro dal 98 in qua, Dylan da queste parti è una specie di ectoplasma, il prestigioso negozio del centro avrà tre dischi in magazzino, e i commenti che ho letto sul clamoroso atterraggio erano fra lo scettico e l'andiamo a vede' questo che ne parlano tutti (tutti gli altri). Fra l'imperdonabile origine geografica e l'anglofobia diffusa, uno così non poteva avere scampo. E invece ne ha messi dentro cinquemila. Il lato positivo è che a differenza del posto da dove vengo, in cui sembrano tutti dylaniati anche se si sono fermati a freewhelin', qua siamo più rilassati e dire in pubblico "non capisco una mazza di quello che dice" o "mi annoia" non è così imperdonabilmente pas-chic.

Due, il conflitto comunale, su vari fronti.
a- Parcheggi. L'amministrazione prima di questa ha fatto una specie di sanatoria per i posteggiatori free-lance (...). Loro hanno fatto delle cooperative di lavoro e il comune gli ha dato in concessione una serie di zone semicentrali, e si è tenuto il centro e Nueva Córdoba, parchimetrati, dove c'è la ciccia. Loro, i naranjitas (dal colore del fratino), vogliono parte della ciccia e protestano, incappucciando i parchimetri. I vigili urbani fanno una settimana di sciopero perché "difendono l'autorità del comune"; risultato, caos nel centro, zone a traffico limitato sature, corsie preferenziali invase, eccetera.
b- Allo stesso tempo la sezione tributaria si pianta per motivi sindacali e anche di visibilità del delegato, il sindaco fa la faccia feroce e si tira addosso tutto il resto del sindacato. A questo punto bisogna dire che il sindaco nuovo è dello stesso partito del vecchio (ma il partito si chiama Partido Nuevo, effettivamente partido-viejo sarebbe stato un disastro di marketing), e che il sindaco vecchio aveva fama di essere pappa e ciccia con il sindacato (segretario dixit), mentre questo vuole far vedere che mette in riga i dipendenti. L'interpretazione mia dell'interpretazione popolare della differenza di atteggiamento è che il sindaco di prima era di estrazione peronista, e questo ex-radicale. Peronismo uguale complicità ideologica ed etnica (una manga de negros) nonché accordi spuri con il sindacato; radicalismo uguale rispetto per le istituzioni, legalità e ordine. Almeno così dicono. Però intanto nei mesi scorsi sono entrati in pianta stabile al municipio 500 figli-di-dipendenti (segretario ri-dixit), che su 10.000 impiegati mi sembrano parecchiucci, e su questo tipo di cose nessuno riesce a metterci una pezza. Cioè, manco ce provano più. I concorsi, roba così petíburgiuà.

Tre, "lo sciopero del campo". Ma queste sono cose complicate, come tutta l'economia in genere, del resto, vero. Quindi se ne riparla.

Dieci giri completi


In questa ridente e ubertosa occasione, citerò uno dei Sommi: "Fono un ragazzo fortunato, perché non c'è niente che ho bifogno."

Terque quaterque

Non so se l'iniziativa è pubblica o della compagnia dei telefoni, ma ieri ho ricevuto un sms di prevenzione stradale che diceva "Se parti per la settimana di pasqua, torna!". Non parto, ma menomale che me lo hanno detto. Potevo rimanere offeso.

lunes, 10 de marzo de 2008

Uotsamerica


Claudio Piojo López, detto l'americano. A sinistra a Roma, ancora bloccato dalla malattia. A destra, finalmente al Kansas City, èvero, dove tutti si fanno il bagno nudi, il povero, il ricco, l'emigrante e il ciambellano di corte.

sábado, 8 de marzo de 2008

E l'ultimo chiuda la porta

Tutto è bene quel che finisce bene (per ora) alla riunione sudamericana. Crisi rientrata, mannaggia al diavoletto che cià fatto litiga', ognuno a casa sua. Accordo quasi totale fra i capi di stato per far ragionare (entro i limiti) Uribe Correa e Chávez e per far prevalere il buon senso. La cosa che mi ha colpito è che leggendo qua e là giornali dei vari paesi, solo i nostri si siano concentrati tanto sul ruolo della presidente locale. Qualcuno (Crítica e La Voz, per esempio) per promuoverla, qualcun altro (La Nación, in particolare) per rimandarla all'autunno, riportando per filo e per segno gli scambi di battute in stile coiffeuse - allora Uribe le ha detto, allora lei non gli ha risposto, allora lui. A me l'intervento è sembrato in generale sensato, e non vedo l'opportunità di tanta concentrazione sull'ombelico nazionale in una occasione che meritava un volo un po' più alto. Però si vede che alla nación non vogliono far pensare che si estraneano dalla lotta, per il noto motivo.

Cervelli in stand-by

Fantastico articolo sul corriere di ieri, tema risparmio energetico (per i soci questa è la url. Pratesi ha il grammofono (a manovella?) per non sprecare corrente con l'hifi, anzi ci sente solo musica classica e napoletana (manco una fender, per dire); Bonelli non ha la radio e dorme al freddo, oltre a spremere le arance a mano con grande sprezzo del pericolo; Testa non prende l'ascensore (forse per freno Fritzmayer?); Realacci almeno qualche spina la lascia attaccata... dico, io spero che a questi freak non li prendiate sul serio, oppure poi non lamentatevi che siete un paese di nevrotici.