jueves, 31 de julio de 2008

Corazón

Ironia della sorte, mentre per strada ci si pigliava a mazzate, all'Istituto Italiano di Cultura era in programma la presentazione dell'edizione locale di Cuore di Edmondo de Amicis. Non so se avranno magari rinviato l'evento, personalmente ho preferito evitare la mattonata vagante.

miércoles, 30 de julio de 2008

La noiosa vita di provincia

Finite - per ora - le appassionanti discussioni nazionali sul Modello di Paese e la Lotta all'Oligarchia, nella provincia di marzapane siamo alle prese con problemi un po' più terra-terra. In breve, la provincia ha un debito pubblico allarmante, si parla di problemi di cassa a brevissimo. Una delle fonti di deficit è la Cassa di Previdenza provinciale - cui fanno riferimento tutti i dipendenti pubblici, compresi i municipali - e che va sotto tutti i mesi, e obbliga il tesoro a metterci una pezza. D'altra parte con 90.000 pensionati e solo 180.000 attivi la ripartizione è difficile che funzioni.


E' per questo che il governo di Córdoba ha pensato di mettere mano (letteralmente) alle pensioni, facendo votare oggi l'apposita legge nel Parlamento. Punti salienti:

1. Trattenuta ("contributo di solidarietà") del 22-27% sulle pensioni al di sopra dei 5000 pesos; ci vanno di mezzo magistrati, dirigenti, ma anche molti pensionati della compagnia elettrica e del comune di Córdoba città, note disneylandie del privilegio salariale; il contributo verrebbe restituito con un titolo pubblico a otto anni. Insomma un BOTtone per diecimila persone. Va detto che cinquemila al mese non sono una pensione da sopravvivenza: sono lo stipendio netto di un prof. ordinario con 20 anni d'anzianità all'università nazionale. Però, appunto, sono pensioni.

2. Modifiche nel calcolo della pensione: il rendimento attuale che è dell'82% a pieni contributi, verrà calcolato sulla media degli ultimi quattro anni di servizio - questo per stringere sulle promozioni dell'ultimo minuto - e si limiteranno le riunificazioni dei contributi per chi avesse meno di 15 anni di servizio diretto.


Capirai, la mossa non ha suscitato entusiasmi. Anzi, mi sa che non è piaciuta nemmeo a tutti i 40 fedeli legislatori che alzato la mano. Di fronte alle proteste, la provincia ha puntato il dito contro il governo nazionale, colpevole di non rispettare il patto che prevede l'aiuto federale per le Casse provinciali in deficit, e di non girare i fondi corrispondenti col pretesto del mancato appoggio del Governatore alla Presidente nel conflitto campestre. Dall'altra parte si fa notare che la legislazione locale non si è ancora adeguata a quella nazionale, e che da quando esiste la garanzia federale il numero dei pensionati è aumentato furbescamente di un quarto, dove la furbizia consiste in prepensionamenti massivi per scaricare costi di personale.


Alla fine, nella manifestazione dei sindacati di questa mattina si è passati dalle parole ai fatti. Gruppi fuori controllo si sono scontrati con la polizia e hanno prodotto danni nel centro, intorno alle grate che proteggevano la Legislatura. Qua se non lo tolgono c'è un video girato da un canale di Buenos Aires all'incrocio di Dean Funes e Velez Sarsfield, e qua la fonte della foto e un video degli scontri nella piazza San Martín. Da notare il commento della reporter: "hanno rotto le vetrine di una libreria, ma trattandosi di libri non credo abbiano rubato niente".



Usi alternativi di mortai per botti pirotecnici. Foto Infobae

My Her Generation

Al ritorno da scuola, nella vetturetta, interno giorno. Canzone di Sergio Caputo.

Pippi:- Come sarebbe a dire "appeso ad un filo, e quel filo sei tu"? allora lei è un filo? e poi dice "non toccare quel filo"? ma non c'è coerenza!
Fritz:- Vabbè Pippi, è un'immagine, non essere così rigida...
Pippi:- E che dice, cosa c'è appeso al filo?
Fritz:- Un blues.
Pippi:- E che è un blues?
Fritz:- E' un genere, un tipo di musica. Tipo quella che fa Bobby.
Pippi (tirando un cazzotto a Fritz):- No! Bobby no!!

domingo, 20 de julio de 2008

Oggi seconda parte


You've been with the professors/ And they've all liked your looks

Questi sono Mario Llambías della CRA, una delle quattro associazioni di produttori, e Luis Barrionuevo della CGT, la confederazione sindacale peronista. Negli ultimi giorni Barrionuevo ha creato una corrente di opposizione al segretario kirchnerista Moyano all'interno del sindacato, ma deve fama imperitura al "Se smettiamo di robare per due anni, sistemiamo il paese" - di cui purtroppo non trovo la fonte d'epoca ma che è da tempo un detto popolare al livello di rosso di sera e una mela al giorno. Sta vicino a Llambías - uno dei paladini della Volontà Popolare e del Rispetto per le Istituzioni degli ultimi mesi - non per caso ma perché i due si sono visti per definire strategie comuni qualche giorno prima della votazione al senato. Di foto come questa, reali o metaforiche, ce ne sono diverse altre: gente della Sociedad Rural insieme a gruppi dal nome per loro esotico tipo Movimento Sociale dei Lavoratori, destra sociale peronista, peronismo neolib-vintage e progressismo moderato con derive misteriche di Elisa Carrió a braccetto Insomma, il quadro dell'opposizione è piuttosto variegato, ed è un buon motivo per cui nessuno di loro si azzarda a dire che la Presidente debba andarsene a casa.

Certo che uno vede l'elenco dei senatori che hanno votato contro il decreto-prelievi mobili, un brividino lungo la schiena lo sente: ci sono dentro dei nomi che se dobbiamo loro lo scatto di dignità del senato e la qualità istituzionale, si tratta di un caso classico di eterogenesi dei fini.

E il popolo minuto? Io sono un po' disturbato in tutti e due i sensi dal bias cordobese: qua i Kirchner non hanno mai attecchito, in parte per il conservatorismo acuto (quando va bene) locale; ma è lo stesso sorprendente quanto non li possa vedere nessuno a prescindere. Uno va al verduraio o all'edicola e sono mazzate dappertutto. La cosa ha risvolti autolesionistici, come quando la gente fa ore e ore di fila al distributore dell'automobile club (l'unica pompa sicura in città) per i blocchi stradali a oltranza e la colpa è sempre del governo, mentre l'istinto di Fritzmayer, che pure è il non plus ultra della meschinità piccolo-borghese, sarebbe stato quello di montare una katiuscia sul portapacchi della twingo e andare incontro ai trattoristi. Tutti quelli che conosco che non sono stati "con il campo" (non dico "con il governo", eh, molto meno) sono professionisti - alcuni ricchi sfondati - della nebulosa classe media urbana. E' evidente che c'è qualcosa che mi sfugge. Mi consolo leggendo il decreto di abrogazione della risoluzione 125. Non sono l'unico che si è perso qualcosa.

Ultimo paragrafo: i media. Siccome non abbiamo soldi da buttare, in casa non abbiamo pay-tv, sicché ci perdiamo le ansiogene coperture dei canali di notizie. Quel poco che ho visto in chiaro e/o a casa della suocera che ama sfidare la pressione alta tenendo TN acceso tutto il giorno, era abbastanza vergognoso. Tutte quelle cose di cui parla la falange di socio-mediologi kirchneristi, il classismo da strapazzo, le note sull'abbigliamento, gli schermi divisi, le inquadrature parziali, erano piuttosto evidenti nei cinque minuti di tv ogni tre giorni a cui mi sono esposto, mettendo a repentaglio la vita per la scienza. Sull'effettività di tanta monnezza mediatica e sulla indifesa influenzabilità dell'innocente pubblico avrei qualche dubbio in più. Perché se uno vede il quadro che raccontano, dei manifestanti chic in piena luce con le margheritine e poi lo stacco con i piqueteros in penombra e la musica di psycho, e ci casca, bè, è un lobotomizzato. E poi il motto di TN (per esempio) è "giornalismo indipendente", mica "giornalismo obiettivo e senza pregiudizi"...

viernes, 18 de julio de 2008

Positively Negatively

You gotta lot of nerve, to say you are my friend. (foto Infobae)

Due tre cosette sparse sulla K-sconfitta "campale".

Per fortuna i rumori più catastrofici - riportati su siti che se la tirano da informati - di rinuncia della Presidente, o di un insensato referendum, o un plebiscito non vincolante (¿?) sono rimasti tali. "Come suicidarsi per futili motivi" non sarà il bestseller dell'anno.

I vincitori festeggiano, Cobos è l'uomo mediatico del momento, Buzzi di Federación Agraria ha la faccia tosta di chiedere ulteriori vantaggi per i suoi produttori, De Angeli promette grano gratis; dall'altra parte la Presidente decora sul campo le truppe fedeli, qualcuno recrimina con Judas-Cobos, qualcun altro a sinistra, ma la sensazione è che le reazioni siano tutto sommmato composte. Io ho l'impressione che anzi ci sia anche un po' di sollievo, sia per la fine del conflitto in sé (salvo strascichi) sia perché questa sconfitta non è poi tanto peggiore di una vittoria per un voto. In un certo senso Cobos ha fermato un treno che sembrava senza freni, una specie di cassandra crossing politico del governo, in vena autolesionista.

La Presidente e chi per lei - non è la solita battutaccia sul marito che la comanda, voglio dire lei e l'entourage stretto di sempre - hanno messo in gioco nientemeno che la difesa della democrazia per una questione che al principio era tecnica, ed è stata da loro resa politica gonfiando l'importanza di frange estreme (schifosette anziché no, va detto) che cavalcavano sì la protesta, ma la cui visibilità è inversamente proporzionale alla consistenza. Un concetto di democrazia piuttosto minimale, poi, riassumibile con "ho vinto le elezioni sei mesi fa, decido io". Per un gruppo che in campagna elettorale straparlava di qualità istituzionale, bè, un po' pochino. Quando poi hanno deviato la discussione al parlamento, da una parte le cose erano già marce, dall'altra hanno scoperto quanto flebile fosse la maggioranza, e menomale che non c'è Pallaro. Perché il presidenzialismo è una gran bella cosa (no, scherzo) ma quando si vince al primo turno con il 46% si evita sì la seccatura del secondo, ma sempre al 46 si rimane, e se in parlamento si dimostra che buona parte di quel 46 sono voti ideologicamente eterogenei, sarebbe il caso di essere più prudenti. Dice ma questo è senno di poi. Vero, ma loro conoscevano i loro polli da prima.

A proposito di conoscere i polli... c'è una cosa che mi ha sorpreso, ed è la disinvoltura con cui il governo ha sfidato un mito nazionale, quello del piccolo produttore agricolo, il tipo che si alza alle 4, munge la vacchetta, e poi pompar l'acqua dal canale, poco fieno nel fienile... Il tipo non esiste più, è chiaro, e se esiste non lo rappresentano i quattro delle associazioni, ma per metterselo contro in un paese in cui i bambini alla materna imparano per prima cosa a cantare Señora vaca, bè ci vuole del fegato o dell'incoscienza. Eppure la presidente è una che nei discorsi è stata sempre molto attenta alla rappresentazione delle cose - soprattutto quella dipinta dai media - oltre che alla loro essenza. Non me lo spiego.

Domani seconda parte.

jueves, 17 de julio de 2008

Sentito che botto?

Fritzmayer sorpreso legge insieme ai colleghi le notizie dal Senato.


Il Senato ha respinto il progetto di legge del governo Fernández-Kirchner sui prelievi mobili all'export. Dopo giorni di discussione e di calcolo dei voti dei senatori, al momento della votazione vera il margine di un paio di voti in favore del governo è sfumato, e il voto decisivo del presidente Cobos è stato negativo. La circostanza insolita è che il presidente del Senato è anche vicepresidente della Repubblica, eletto direttamente dai cittadini insieme a Cristina Fernández pochi mesi fa. Io adesso mi faccio un caffè, poi vediamo.

miércoles, 9 de julio de 2008

Tutto fa brodo


Per qualche motivo da parecchio tempo non ci sono più monete in circolazione. Secondo il giornale, il problema è che il valore dei metalli - rame in particolare - supera quello nominale, sicché ci sarebbe un mercato di gente che le compra e le fonde. Come contromisura, dall'anno scorso la banca centrale avrebbe iniziato a usare una lega meno pregiata. Intanto ieri alla superette del quartiere invece delle solite caramelle mi hanno dato due dadi knorr.

jueves, 3 de julio de 2008

Due righe nello sport


Alla notizia della morte di Antonioni e Bergman Dino Risi, sempre lui, disse "menomale che non sono morto oggi se no mi davano due righe nella pagina sportiva". Quelli della Liga Deportiva Universitaria di Quito, prima squadra ecuadoriana della storia ad aver vinto la Copa Libertadores, avranno pensato "Ma proprio adesso ci liberate la Betancourt?" Da questa umile paginetta, un po' di giustizia mediatica.

miércoles, 2 de julio de 2008

Cosa sarà?

Bruna Bianchi sul suo blog "in uniforme" si incazzava (con buone maniere, ma contenta non era) con i commentatori sull'assassinio di Pippa Bacca. Me ne sono ricordato in questi giorni, uno queste cose le ha sempre sotto il naso ma ci fa più caso quando gli passano vicino. Stavolta il morto è il figlio ventenne di una collega. Sarebbe un omicidio qualsiasi, un articolino in fondo alla pagina nera del giornale locale, se non fosse che per certe circostanze finisce (discutibilmente, e sono gentile) sul sito di Critica come contorno al conflitto agricolo. Insomma, in pasto alla canea. Il ragazzo, che si chiamava Nicolás, accompagna il padre in azienda a licenziare un operaio agricolo, poi il padre se ne va e l'operaio gli ammazza il figlio a schioppettate. Che cosa passa per la testa di quelli che commentano che se lo meritava? che si mettono a citare chi-di-spada-ferisce? che si lanciano con metafore tipo "le salió el tiro por la culata"? e di quelli dell'altra parte che sti negri bisogna ammazzarli tutti? E' l'irrimediabile infamia della natura umana? O è solo che è troppo facile dare il peggio di sé da dietro a un monitor (e all'anonimato) mentre di persona al bar sotto casa si sarebbe più civili? Visto che alla natura non c'è rimedio, forse rischiare un cartone nei denti aiuterebbe il senso del pudore.