miércoles, 5 de agosto de 2009

Trasloco

Dopo tanti anni (ma tanti, tipo 16) torno ad abitare con dei compagni. La casa è luminosa, arredata con gusto, i ragazzi sembrano simpatici, siamo ben assortiti... promette bene. Poi uno di loro è una star (ma io che lo conosco vi posso dire che è rimasto un ragazzo acqua e sapone). Che emozione.

Quindi insomma, a reggere due case non ce la faccio. Eventualmente se mi cacciano perché russo troppo forte o se ci sono problemi con i turni di pulizia, posso sempre tornare qua. Per ora, saluto romanamente: se vedemo.

jueves, 30 de julio de 2009

Il virus con la coda

Proprio adesso che i media hanno riscoperto la sobrietà - direbbe Delfo "tanto i medicinali so' già venduti" - rimane lo strascico. Sono venuti a visitarci i parenti del Nord. Per motivi professionali, la parente ha conosciuto un sacco di infermieri presi a contratto come rinforzo. Gli infermieri, (mio cuggino infermiere?), le hanno detto che non lo fanno sapere ma l'ospedale è pieno di morti. Capito? La peste. I monatti. Ho cercato notizie sul Tribuno, macché. Si vede che c'è qualcuno proprio bravo a non far sapere le cose.

Ieri sera ho tossito dal verduraio. Nessuno ha detto niente, ma c'è stata come una vibrazione. Almeno, mi è parso.

miércoles, 29 de julio de 2009

Ci mettiamo a contare le diarree?

Oggi sono ricominciate le lezioni nelle scuole di Córdoba. Questo dopo che le due settimane di vacanze invernali erano diventate tre, come prevenzione dell'influenza A. Per qualche motivo non proprio ovvio, poi, mentre il ministro della sanità annunciava la fine del picco infettivo, all'istruzione decidevano di lasciare altri due giorni di vacanza. Secondo la nostra vicina è ovvio che ci stanno nascondendo qualcosa, e quel qualcosa è che la fine del mondo è vicina, tanto più che le ha detto sua cuggina che ieri all'ospedale è morta una donna e ce lo tengono nascoooosto, altro che "une grippette". Proprio adesso che il tiggì ha quasi smesso di spargere il panico, la signora mi perde il controllo.

Per qualche altro motivo, altrettanto non ovvio, nessuno vuole recuperare i giorni di scuola perduti. Sicché i famosi 180 giorni di lezione effettivi all'anno che fino a poco tempo fa erano obiettivo minimo e irrinunciabile per la dignità scolastica, sono stati degradati sul campo, e non è più necessario tenere i ragazzini in un'aula con 35 gradi a dicembre. La ragione trionfa: poi dicono che non bisogna essere ottimisti.

lunes, 27 de julio de 2009

La signorina Bates

Domenica: asadito familiare. Guest star, una nipotina di mia moglie, 17enne, in visita per le vacanze. Silenzio, rumori bucolici tipo coltelli al lavoro sulla costilla, croccanza del grassetto tostato del chinchulín sotto i denti. All'improvviso si sente zing! zing! zing! la musichetta della doccia di psycho. Abbiamo un soprassalto. La tipina arrossisce un po', dice "questo è mio padre", e alza il telefono. Bla bla bla, poi mette giù e annuncia: "ha detto che viene mercoledì: è finita la tranquillità".

Per questo vale la pena essere padre: un giorno sarai quello che interrompe la tranquillità, e avrai la tua suoneria di psycho.

miércoles, 22 de julio de 2009

Rischedulati

Ezeiza, interno notte. L'undici-quaranta per roma, previsto per le 22.40 e rinviato alle 24 e poi all'una, non imbarca. Siamo tutti in fila e ci dicono che a bordo c'è una squadra di manutenzione. Alle due sapremo se l'aereo è in condizione di volare o no. Veniamo mandati al ristorantino a fianco a cenare. Scene di contenuto giubilo del personale che stava per andarsene a casa. Il televisore del ristorante invece delle solite stronzate asettiche da aeroporto sta su un canale di notizie, e ci dice che è appena venuto giù l'airbus yemenita. Un gruppetto di ragazzini (fra cui la mia e un suo compagno di scuola) vanno al banco a chiedere che problema c'è. I ragazzi di aerolineas rispondono che l'aereo è appena arrivato da Barcellona e si deve raffreddare. Un po' come la mia Uno. I ragazzini tornano e annunciano "l'aereo ha i motori surriscaldati!". Risate scaramantiche. Dopo mezz'ora la tipa di aerolineas si pianta in mezzo al ristorante e dice "stiamo imbarcando!". I fortunati che hanno il pollo a metà nel piatto (da noi ancora non è arrivato, il pollo) chiedono se hanno tempo di finirlo. La tipa risponde "noi imbarchiamo, voi vedete un po' che volete fare". La gente corre (letteralmente: corre) a imbarcarsi. Siamo una manica di pazzi irresponsabili, o no? Incrociamo quelli della manutenzione con la bottiglia di plastica della cocacola mezza piena di paraflù, che tornano a terra.

No, questa del paraflù non è vera. Se l'è inventata Giorgio, un amico mio.

Quasi a casa, al ritorno, mangiando un panino all'origano, la signora seduta accanto a me dice "Ah, abita a Córdoba? Es muy insegura?". Rimango sorpreso dalla domanda, dopo quasi tre settimane di vacanze romane. Ho già perso l'abitudine. Invece la signora è al corrente degli argomenti di moda nelle conversazioni locali, anche se da 25 anni abita a Lleida. Me la immagino al telefono con la cugina che le racconta l'ultima rapina a mano armata.

Non bellissima, la signora, ma con la sua dignità di polposetta piacente, e soprattutto una voce profonda da correre a chiudersi nel bagno. Però mi dice "Sa, una non si adatta mai a star fuori, io sono di Deán Funes. Si sente la mancanza del paese, della gente, di casa. E se poi non ci sono soldi, non importa." Le guardo gli orecchini, la pelle i denti e il contorno occhi, e penso a come staranno messe le sue coetanee di Deánfune, quelle senza soldi che tanto non importa. Chissà che pensano loro della Catalogna, mentre lei si lascia andare al romanticismo in stile lettore di Tanoka.

Il porteñotto vicino a noi sul jumbo invece è contentissimo di tornare: "Questo è il mio ultimo viaggio". Quando vede che istintivamente sposto la mano sinistra chiarisce "...nel senso che non torno più a Barcellona!". Se n'è andato nel 2001 (...sigh) ma adesso ha trovato lavoro - o se lo è messo su da sé - a Buenos Aires, ed è così contento che non si arrabbia nemmeno un po' quando non gli servono la colazione perché è mezzo addormentato e ritarda dieci secondi a chiedere il succo di frutta. Lo saltano proprio! E lui, sognante: "adesso che aerolineas è dello stato, diamo una mano...". Ho capito, ma diamocela a vicenda! Il padre lo aspetta con la carne in frigo da due giorni - è stato riprogrammato anche lui - e pregusta l'asadito. Mia figlia si emoziona: "Yo también me voy a comer un asadazo!". Ho creato un mostro.

Il mostriciattolo, dall'alto dei suoi dieci anni e mezzo, fa già discorsi da cinquantenne collezionista di miglia: "con aerolineas, ci sono sempre problemi!". E con quale sicurezza! Certo che fra andata e ritorno ha raccolto il suo bel campioncino di ritardi e riprogrammazioni varie. Ma il punto non è questo: una difficoltà capita a tutti. Il punto è che cosa si fa davanti al problema. Esempi:
- quando telefono per riconfermare il viaggio mi chiedono tutti i recapiti in Italia, Argentina, e la mail; il giorno dopo rinviano il volo di dodici ore, con necessità di notte a BsAs, ma mi avvisa l'agenzia viaggi, non la linea. A che serve avere tutti i recapiti? Fanno collezione?
- la notte a BsAs non è prevista, nel senso che dovrei "reclamarla" quando arrivo a Ezeiza. "Reclamare" ha un suono un po' sinistro, mentre a stampare un voucher ci vogliono 5 secondi. Certo occorre uno che prenda una decisione, e sappia telefonare a un hotel.
- a Ezeiza la mandria del Córdoba-Mendoza sta un'ora e mezza (delle cinque di attesa) davanti alla porta chiusa del controllo di polizia. Buona parte della mandria è in viaggio dalla mattina del giorno prima, stralessa. La porta è chiusa perché siamo gli unici che devono passare di là, e piuttosto che mettere due persone in sala imbarco ne lasciano 150 sedute per terra. A nessuno viene l'idea di dare un orario e mandare tutti a mettersi comodi altrove?

Come direbbe mia madre, si perdono in un bicchiere d'acqua, ed è un peccato. Il nano liberista che ho dentro trova difficile non mettere in relazione questi dettagli con la gestione pubblica. Il nano socialdemocratico alza il sopracciglio come Spock e gli chiede: hai presente l'attenzione al cliente della tua compagnia di tel. mobile? Ecco. Ma la voce sulla musica d'attesa del call centre, quella che dice "somos la compañia de bandera de la bandera más grande del mundo" e si esalta, bè, quella...

Adesso una coattata da fanatico: per favore notare la superiore eleganza di questo aereo (secondo il sito da cui l'ho presa è quello "mio", in persona, il MD-83 LV-BDO di Austral). Non mi rompete le palle con i 737.

lunes, 6 de julio de 2009

Come in Argentina

Sono traumatizzato. Ho visto (alla upim) delle confezioni monodose di crema solare (e non). Due euretti e ci si porta a casa un bel 20-30 cc di prodotto, insomma un'applicazione o due. Finora le confezioni iperfrazionate le avevo viste solo alla despensa del barrio, dove la ragazzotta che non può spendere 7-8 pesos per un flacone di sciampo se ne compra una bustina e svolta la lavata di capo del sabato, e lunedì si vedrà. Idem per la tintura della signora con le radici esposte. Mi è sempre sembrata una cosa piuttosto triste, anche perché il prezzo unitario è ovviamente più alto, e la tipa che non ha i soldi per il flacone alla fine del mese si ritrova a spendere il doppio. Poi magari questi sono tutti pregiudizi miei e invece c'è sotto qualche altra ragione più semplice e anzi iperconsumista. Solo che non mi viene in mente.

domingo, 28 de junio de 2009

Matusa don't dance

A proposito di consumi possibili, io ero lì che da bravo matusa cercavo una radiosveglia, e ho trovato questo (per qualche motivo sul sito della sony argentina non sembra esserci), e mi sono sentito tanto, ma tanto vecchio. (Kleine Fritzi infatti con grande spirito autoironico ha detto subito lo voglio!)

A mo' di piccolo omaggio pop-stumo, eccolo in azione. Il povero Michelino però ballava molto ma molto meglio.

lunes, 22 de junio de 2009

Del commercio di perline colorate

Insomma quel che volevo risponderti, Tanoka, è che il mio giramento di balle è pre-consumista. Cioè, non si parla del tipo che vuole cambiare l'ipod perché si è stufato del suo che è giallo e lo vuole rosso, ma del ragazzetto che vorrebbe comprarsi il primo e unico e lo paga il doppio di quel che vale - il che in termini di potere d'acquisto fa sette-otto volte di più rispetto al suo coetaneo di altrove. La sensazione di mano altrui che ti fruga le tasche non è piacevole per nessuno.

Per noi poi, che siamo o meno consumisti ossessivi, è comunque una tragedia cosmica. Un po' perché siamo abituati molto bene (potere d'acquisto, qualche anno fa anche qualità intrinseca dei prodotti, adesso mi pare meno), un po' per il set di gusti (e ideologia) merceologici che abbiamo ciucciato dal biberon, anche se non era ancora ergonomico. Dev'essere frustrante per tutti adattarsi ad un livello di vita da secondo mondo, ma qualcosa mi fa sospettare che un tedesco ci riesca con meno paturnie di noi. Perché da coatti che siamo, ci compriamo il giubbottino tecnico da spedizione antartica per fare casa-lavoro in autobus, la padella professionale multistrato per cuocere i quattro salti, gli orologi da astronauta palombaro...

Quindi, dal gruppone dei mille-millecinque al mese (parlo per me), convinti di avere accesso al minimo indispensabile, atterriamo qua e ci ritroviamo con meno soldi (relativamente) ma in compenso con esigenze ed abitudini che ci piazzano in un segmento più alto di quel che ci si possa permettere. Esempio che ripeto come un nonno rigato, la camicia da 40 euro per-andare-a-lavorare: per trovarne una equivalente qua, bisogna andare al negozio dei principi del foro, e costa 40x5=200 (a volte anche un po' di più). Il geom. del catasto chiaramente compra altrove. Non solo, ma per l'effetto perlina questi negozi picchiano ancora più duro (quest'indio cià i soldi, orsú leviamoglieli).

Fra Coronel Pringles e Tres Arroyos, sulla RP85

Mercato piccolo, poca concorrenza? Tasse alte all'importazione? Meno economie di scala? Consumatori meno esigenti? Boh, o forse tutto questo insieme. Ma pare che questo sbilanciamento in favore del venditore non sia solo un problema del dettaglio. Stavo curiosando sulla qualità delle farine e ho trovato questa paginetta: la federazione dei panificatori sta "lavorando insieme" (eufemismo?) a quella dei molini per riorganizzare la tipificazione delle farine per uso industriale. Insomma, questi comprano i sacchi e sui sacchi non c'è la tabellina delle caratteristiche tecnologiche, o se c'è non è detto che corrisponda al contenuto reale. I molini si giustificano dicendo che non possono far miracoli con il grano che trovano in giro. Mentre ormai la specializzazione da noi (da voi) arriva al consumatore da mezzo chilo (leggo blog di cucina su cui si sperimenta con mix di farine per fare le pizzette in casa), sembra che qui, almeno a livello artigianale, si lavori al buio.

Ad ogni modo, si fa di necessità virtù: uno evita i confronti dolorosi, sposta la soglia del suo minimo indispensabile, si accorge che in fondo non è poi la questione di vita o morte che sembrava, che non esiste un diritto all'olio extravergine spremuto a freddo da olive raccolte ad inizio invaiatura e da non più di 24 ore, si ricorda che nessuna delle nostre nonne è morta per assenza di spremiaglio di Venturini, e si gode la sensazione che nessun acquisto sia ovvio (mentre là da dove vengo la sensazione è che ogni acquisto sia metà-del-tuo-dovere), anzi l'ovvietà è non comprare mai niente nella prima visita al negozio e farsi tirare giù 15 modelli di qualsiasi cosa per comprarne rigorosamente uno solo; e poi, a farlo durare. Non è detto che ci vada poi tanto peggio.

miércoles, 17 de junio de 2009

Tutti figli di Alberto Sordi

Nella commovente (e pessimamente fotografata) natura morta, un intenso angolo di patria oltreoceano. Cosa non faremmo per sentirci vicini alla nostra bella Italia. La caffettiera coi baffi, la pentola a pressione dell'omino Linea, il disegnatissimo bollitore regalo di nozze, e, appena comprata, la cucina fabrianese-polacca. E' italiano pure lo strofinaccio rosso che si intravvede a destra: le madri fanno cose misteriose.


Ovviamente tutto sto bendiddio viene dal trasloco, perché non siamo né così patriottici, né milionari (solo il bollitore equivale a cinque pantaloni di marca). La cucina invece era l'unica tecnicamente possibile.

Ora, la suddetta cucina, prezzo e qualità media (ma c'è dell'ambizione, basta guardare il sito: il target asciuga il cane col phon) ci ha scucito uno stipendio medio - e menomale che non abbiamo spazio per una più grande. Da dove vengo, è una robetta economica e con uno stipendio medio ce ne compri cinque. Certo che - esperienza diretta - è anche vero che da dove vengo se solo chiedi informazioni sotto i 600 euro la venditrice ti guarda e pensa "ma i morti de fame tutti a me?".

Come si sono agevolmente resi conto Delfo e questo signore anonimo, nonché il Tano Gadget-man, ci sono (molti) casi in cui nostri soldi valgono pochetto.

Quindi la prima cosa che bisogna fare venendo a vivere costì - dopo aver sbaciucchiato l'asfalto dell'aeroporto - è smettere di fare confronti. So' due cose avurse.

sábado, 13 de junio de 2009

Para dura

Invece della solita Silvia, le ultime volte che ho aperto facebook ci ho trovato il consiglio: "fatti amico di Marcela". A parte che poi toccherebbe vedere se Marcela vuole essere amica mia, con la Silvia in questione si hanno amici comuni, quindi la cosa ha un suo senso; la Mar invece sarebbe un'estranea, se non fosse che: a. è cordobesa e vive a roma; b. ha un blog su blogspot su cui devo aver lasciato qualche commento taaanto tempo fa, mentre lei non mi pare proprio che passi da queste parti. Allora, feisbuc ha incrociato gi indirizzi e ha pensato uh guarda, questi abitano al contrario? oppure si è andato a cercare i commenti dimenticati in giro? vuole metter su il circolo perfetto? vale la pena tanta raccolta di dati del cavolo (al pedo, poi)? saprà che una volta ho lasciato una sciarpa a casa di Marina? come fa a sapere che la Silvia di cui sopra è proprio il mio tipo di brunetta-sgagioa? la lettura intensiva di Philip Dick mi ha bruciato i neuroni da piccolo? sono io che scrivo queste cose o sono controllato a distanza da Nixon?

jueves, 11 de junio de 2009

Milioni di morti (ci sarebbero potuti essere)

L'ho trovato ieri da aydesa, davanti al cui genio umilmente mi prostro, e oggi mi è arrivato in una mail-catena. E' un audio di Capusotto, una parodia delle radio catastrofiste - che a me ricorda le finte prime pagine der Tirreno che pubblicava il vernacoliere (esempio nel titolo).

Le telefonate degli ascoltatori invece non sono una parodia, sono praticamente uguali a quelle vere.

lunes, 8 de junio de 2009

Al mare, d'inverno

E' arrivato l'inverno cordobese, le brinate mattutine e lo splendido sole da pensionato-con-plaid, cioè quello dei venti gradi fissi. Ho anche ricevuto il mio lussuoso kit elettorale - a proposito, ma è corretto che le schede non siano timbrate?. L'idea è che lo scarso entusiasmo di votare da italiano all'estero e lo scetticismo sul referendum in sé mi porteranno alla stessa spiaggia di Craxi, Ruini e Ruggeri (Enrico). Ho il cuore che sanguina per i soldi che stiamo (state) sprecando (e anche per parte della compagnia), ma tant'è.


In primo piano, la lettera che il vento sta portando via.

jueves, 4 de junio de 2009

Vol de nuit

Se per essere coinvolti emotivamente da un avvenimento bisogna sentirsi parte della comunità che ne è stata toccata - ne parlava ieri Nicoletti a Melog, bè direi che in questi giorni mi sono sentito decisamente parte della comunità "AF447". Me lo dice un piccolo magone costante, e il fatto che mi son letto qualsiasi cosa, ipotesi, ricostruzioni, rivelazioni off the record, anche la monnezza pura, tutta roba che di solito evito accuratamente. Poi quando ho visto il titolo "mangiati dagli squali", ho capito che era ora di smettere. Quello ai parenti dev'essere piaciuto un sacco.

D'altra parte quelle rotte là sono le stesse nostre, gli aerei più o meno gli stessi su cui si sale - e da cui si scende, l'assortimento di gente è quello. La comunità, insomma. Un altro che c'è rimasto male (...una comunità di due) è Patrick; c'è pure un link a una bella canzone di Nino Ferrer.

Ma c'è una cosa che mi ha colpito in tutta la storia - con tutti i benefici di inventario del caso - ed è sentir parlare di zone scure, senza radar, in cui le comunicazioni sono precarie, gli aerei si seguono l'un l'altro tipo ciechini in fila, per cui da terra si aspetta un segnale, o di veder spuntare un'ala da lontano, o si fanno i conti del combustibile rimasto, per poi decidere che sì, il volo è sparito e bisognerà cercarlo più o meno qua (dito che traccia un cerchio sulla cartina). Ti fai l'idea che nello stesso momento in cui ci portiamo dietro il gps a Ostia, ci compriamo 16 airbag per metterci in fila sulla circonvallazione, leggiamo il principio di precauzione stampato sul tetra del latte, c'è ancora uno spazio di notte, di poesia e soprattutto di solitudine- terribile ma anche affascinante, se solo non ci fosse di mezzo un volo civile - lo spazio di Saint-Exupéry:

Commodoro Rivadavia non ode più niente; ma a mille chilometri di lì, venti minuti più tardi, Bahia Bianca intercetta un secondo messaggio:
«Discendiamo. Entriamo nelle nubi...»
Poi queste due parole d'un testo indecifrabile apparvero al posto di Trelew:
«... veder nulla...»
Le onde corte sono così. Vengono intercettate qui, ma più in là chi attende non ode nulla. Poi, senza ragione apparente, tutto cambia. Quell'equipaggio la cui posizione è sconosciuta, si manifesta già ai vivi, fuor dello spazio, fuori del tempo, e quelli che scrivono sulle pagine bianche dei posti radiotelegrafici son già fantasmi.
Il carburante è esaurito, o il pilota, prima dell'arresto del motore, giuoca la sua ultima carta: ritrovare la terra senza schiantarsi?
(...)
Il silenzio guadagna terreno. Un silenzio sempre più pesante, che si stabilisce su quell'equipaggio come il peso d'un mare.
Allora qualcuno osserva:
«Un'ora e quaranta. Ultimo limite della benzina: è impossibile che volino ancora.» Ed è la pace.

(Antoine de Saint-Exupéry, Volo di Notte, Mondadori, trad. C. Giardini)

viernes, 29 de mayo de 2009

There's a battle outside, and it is ragin'

Quarantesimo anniversario del cordobazo, oggi. "La presa di coscienza di tutti, che si dimostra nelle strade contro le proibizioni che si tentava di imporre", secondo quel che scriveva Agustín Tosco, protagonista della giornata di battaglia contro il governo militare di Onganía che infuriò in città. Link interessanti:

- un documentario video in tre parti (argh! quella grafica "view-master"...)

- Tosco, Onganía e il cordobazo sulla wiki;

- per i drogati della radio come me, un interessante radioteatro di Sergio Schmucler;

- il supplemento speciale della Voz di oggi, con la riproduzione del giornale dell'epoca;

- il cordobazo raccontato da Tosco.

miércoles, 27 de mayo de 2009

Soy and fascination

Questa mattina il giornale cui sono abbonato sbatteva un titolo "Allarme agrochimici" su quattro colonne delle sue cinque. Occhiello: "Un cittadino - presidente di un'associazione - chiede al governatore la sospensione dell'uso di glifosate ed endosulfan, eccetera". Una nuova puntata della novela del glifosate, dunque, ma mi sa che quelli allarmati sono più che altro gli agricoltori, per paura che glielo tolgano, piuttosto che la popolazione in genere. Tra l'altro il tipo di cui si parla si occupa di sicurezza del lavoro per la CTA, non è presidente di un Vespa-club come sembrerebbe. Magari scriverlo gli avrebbe dato un'altra autorevolezza. Chissà come finisce questa storia. Pensa se proibiscono veramente un fattore fondamentale per la produzione della coltura più estesa del paese. Allora sí che non ci si annoierebbe.

Giusto la settimana scorsa stavo rileggendo più o meno sul tema questo libro qua. Scritto nel 2003, fa un riassuntino entusiasta (il tipo scrive tra l'altro sulla rivista del CREA, che è un gruppo di sperimentazione ed estensione agricola cooperativo privato) della storia della soia RR in Argentina. La sua tesi è, in breve, che per una serie di coincidenze fortunate più la prontezza di riflessi degli agricoltori locali, l'Argentina si sia ritrovata in mano un'arma formidabile -ed a buon mercato - nella competizione globale. Al contrario, alla Mostruosa Multinazionale Monsanto sarebbe andato tutto male: in effetti dopo aver perso per un errore legale il brevetto del seme RR e non essere riusciti a imporre l'esclusiva del loro erbicida nei confronti dei generici, si sono visti pure soffiare quattro quinti del mercato locale ad opera dei sementieri e dei produttori locali (la soia RR essendo una varietà è riseminabile, basta mettersi da parte un po' del raccolto). Seguono considerazioni sulla campagna di disinformazione massiva sugli OGM in Europa, che risparmio.

Questa interpretazione butta un po' a mare l'argomento ambientalista-antiyanqui dell'Argentina come porcellino d'india della MMM. La soia RR - così come il mais BT - sono stati da sempre ampiamente avallati da praticamente chiunque da dentro lo Stato ci abbia messo bocca; e allo stesso tempo la Monsanto si è presa diverse stoppate sulla faccia da governo e magistratura. Insomma, un paese sufficientemente adulto per decidere e difendersi da sé (qui un ricordo vintage di quando il governo Kirchner difendeva i futuri sediziosi, nonché le proprie entrate).

Quello che non butta a mare sono le conseguenze sociali ed economiche del yuyito, cioè l'espansione della "frontiera agricola" e la conseguente marginalizzazione dell'allevamento, e il disboscamento più l'espulsione delle famiglie di piccoli allevatori - anzi, se si continua a migliorare sulla resistenza a stress idrico come si augura il Tambornini ci ritroviamo soia pure dentro alla lattina delle acciughe. La soluzione ovviamente non è né il neoluddismo né le operazioncine di stampa. Magari dopo la campagna elettorale? Solo che non riesco a vedere nessuno in giro all'altezza della situazione, nemmeno se salgo sulla sedia e mi alzo in punta di piedi.

Sí, ho rotto le palle con sti giochetti. Ma questo disco è sottovalutato, e ha una delle più belle copertine che abbia visto.

viernes, 22 de mayo de 2009

Comune debrumsizzato

Gelateria di Yofre angolo Nores, quattro e mezza del pomeriggio. All'unico tavolino occupato, una signora - giovane, carina, inconfondibile aura da chic di zona sud - e tre bambine, diciamo due, tre e mezzo e cinque anni. La grande lappa in silenzio, la piccola si fa imboccare del cioccolato. Quella di mezzo (che parla parla parla) oltre ad avere gelato dappertutto, è la bambina più sporca che abbia visto da tempo, sembra quella della storiella "solo tre anni e ti sei già sporcata tanto?": maglietta impiastricciata, capelli (forse biondi se fossero puliti) spettinatissimi e stoppacciosi, strisciate di nerume sulla faccia.

Insomma, radiante.

I bambini ricchi quando sono sudici emanano libertà.

PS la marca del titolo è la preferita di mia madre, quando fa la nonna. Bella roba, eh, solo un po' ...strutturata.

viernes, 15 de mayo de 2009

Lettera a un venditore di incarti di mucche

Siamo così abituati alle emergenze e ai tremendismi che in questi giorni si ha quasi l'impressione che non succeda niente. La febbre suina si sta sgonfiando - non diventiamo vegetariani manco stavolta, che peccato - il dengue è sparito dalle città e quindi è tornato ad essere argomento per la national geographic e qualche etnologo avventuroso.

E poi, la campagna elettorale è moscia anzichenò. Kirchner si è messo a fare il pacato, e gli altri non scaldano la piazza manco se si danno fuoco. Almeno visti da quaggiù, dove i problemi di Buenos Aires non interessano granché - e la provincia di BsAs è dove si gioca il grosso delle elezioni. Per noi è un po' come scegliere fra Totti e Califano, ma dal Friuli. Visti anche i candidati locali, è un bel sollievo non dover votare. Ah, il mio spacciatore di tubetti a domanda
- che ti pare?
ha risposto:
- perdono le elezioni e prima di fine anno la Cristina se ne va.
- così, secco?
- guarda, vieni a trovarmi verso novembre e mi fai un monumento.
Il giorno dopo, Kirchner (ci ha sentito?) ha detto: ci hanno votato per stare fino al 2011 e qua restiamo. Di solito quando uno deve ribadire l'ovvio è un brutto segno. Diventerà una di quelle frasi famose tipo "chi scommette sul dollaro perde" detta due ore prima della svalutazione?

Stavo per scrivere che anche l'insicurezza è tornata nella pagina di nera del giornale, e che mia moglie fa le poste al misterioso ladro di piante della nostra aiuola - passi l'erica, ma per scavarti via due impatiens devi sta' proprio alla frutta. Invece in uno sforzo della realtà per diventare famosa su bitácoras, ieri hanno rapinato il mio ex-capo. Il figlio stava accompagnando a casa la fidanzata, tre tipi lo hanno fatto risalire in macchina, si son fatti accompagnare dai suoi, hanno svegliato legato minacciato la famiglia (questo sembra stia sul manuale) e si sono portati via le macchine il plasma il pc e i soliti gadget. Bruttissimo quarto d'ora. Saranno pure i media che pompano la criminalità, ma se si tratta di preoccuparsi, al passaparola di quartiere il telegiornale gli fa una sega.

miércoles, 29 de abril de 2009

Qui si risparmia

Per tutti quelli che si preoccupano per il costo della vita in argentina, avete (anzi, abbiamo) svoltato. La coca più celebre bibita gassata dal sapore cola di origine nordamericano, come dicono alla radio per non fare pubblicità (infatti così non si capisce mica la marca) sta mandando una serie di spot "da casalinga a casalinga", sulla convenienza delle bottiglie a rendere. Ieri ne ho sentito uno. La tipa dice "bè, il risparmio è importante, se non lo sappiamo noi casalinghe, allora adesso compro la coca a rendere e risparmio dei bei soldini. Oggi per esempio, con quel che ho risparmiato con la coca, ci ho comprato il pane!"

Non è geniale? Ho cercato di pensare a cosa avrebbe commentato mio nonno su questo ordine di priorità, ma ho sentito un rumore di ceneri che si rivoltavano nell'urna, a Fiumicino, e ho smesso.

lunes, 27 de abril de 2009

Right or wrong, my country

Mi sono ricomprato l'mp3 (applausi, felicitazioni), e giusto ieri ascoltavo il programma di Ferrara appositamente scaricato da radio24. C'era Enrico Letta, e il Giuliano era impegnatissimo a fargli dire che il PD dovrebbe togliersi quella puzzetta azionista, moralista, radicalista da sotto il naso (ha pure citato l'italia alle vongole, ovviamente in negativo) e imparare ad amare il paese così com'è, senza pretendere di cambiarlo. Esempio funesto, qualcosa che aveva detto Bersani sul tipo "bisogna premiare chi paga puntualmente le tasse e i fornitori e chi fa il suo lavoro". Ma che sei matto? Devi amare il paese: il paese è ontologicamente furbacchione, e tu lo vuoi incoraggiare a staccare solo assegni coperti? Lo vedi che sei azionista?

Tutta sta pippa perché poche ore dopo ho visto uno spot della AFIP (insomma, quelli delle Entrate, ma argentini) sull'emersione del lavoro nero. Purtroppo non lo trovo da nessuna parte, ma è così: un imprenditore riunisce gli operai, gli dice ragazzi da oggi siete tutti in regola, c'è un piano molto conveniente, a rate, s'è pensato di iscrivervi. I ragazzi esultano, qualcuno dei vecchi è anche commosso, e poi l'imprenditore dice in modo del tutto gratuito e non richiesto: "fino a oggi non lo avevamo fatto perché i tempi erano (sic) duri, e volevamo salvare la baracca". Se questa non è una dimostrazione d'amore per il paese... non solo la moratoria e le comode rate (che vanno benissimo), ma anche la giustificazione ufficiale per chi fino a ieri teneva la gente in nero. Certo, se guardi bene c'è una sfumatura verdognola e anti-vongolara anche qui, in fondo cos'è questo aiutino se non un premio alla correttezza, anche se futura. Uno che avesse amato il paese, avrebbe fatto togliere i contributi a chi ce li aveva.

sábado, 25 de abril de 2009

C'è come della ruggine

Il lavoro (per ora presunto) sul glifosate, partito dall'ambito del ministero della difesa - in cui Carrasco-l'Unico-Eroe è sottosegretario - ha avuto una conseguenza abbastanza logica: la risoluzione 367/09 dello stesso ministero, che vieta alle forze armate di cedere i propri terreni urbani e suburbani per la coltivazione di soia gm. Uno la legge e ha l'impressione che sia una cosetta timida e tardiva. Timida perché proibisce solo la soia a causa del glifosate - come se qualsiasi altra coltivazione convenzionale non implicasse l'uso di agrochimici altrettanto pericolosi. Tardiva perché dà motivo di pensare che fino a oggi si coltivasse intensivamente "in zone urbane, suburbane e nelle vicinanze di quartieri e installazioni residenziali militari". Diciamo, la metà del loro dovere e una bottarella alla soia, che fa sempre chic. La solita fuffa del pragmatismo kirchnerista, che può passare dal tecno-positivismo all'oscurantismo flagellante secondo come tira il vento.

Invece la prestigiosa nación l'ha presa malissimo, in questo editoriale in cui si ripete la pappina per cui le colture gm sfameranno il mondo aggratis, si dipinge a fosche tinte il futuro senza soia nelle aiuole delle residenze militari, e si tira in ballo addirittura Videla - pas chic, oltre che fuori luogo. Al confronto di tanta scompostezza i famosi doppi petti sbottonati del Kirchner sono roba da rive droite. Sulla stessa nación tempo fa Hilda Sábato metteva in guardia contro sta storia della polarizzazione.

"Esta manera dicotómica de interpretar el conflicto político en términos de un polo que representaría al pueblo (la patria, la nación, la causa) enfrentado a otro que encarnaría al enemigo antipopular (la antipatria, la sinarquía, el régimen) y, por lo tanto, antinacional, fue característica de la vida política argentina de buena parte del siglo XX. Tanto el yrigoyenismo como el primer peronismo funcionaron sobre esas bases, pero también lo hicieron, con otras metáforas, las dictaduras militares".
Un ripassino in archivio?

sábado, 18 de abril de 2009

Agriculture and morality

Ieri l'altro la provincia di marzapane ha perso un altro pezzetto della sua innocenza. Un pubblico ministero ha fatto prendere un po' di campioni di frutta e verdura ai mercati generali, li ha fatti analizzare e ci ha trovato clorpirifos e endosulfan (sì, endosulfan). E' venuto giù il mondo. Tre produttori incriminati per avvelenamento doloso, i consueti rimpalli di responsabilità fra le autorità più o meno competenti, indignazione e il solito spargimento di panico dal telegiornale (la verdura che diamo ai bambiniiii! improvvisamente i bambini sono diventati divoratori di bieta). Abbiamo così scoperto che siamo praticamente nelle mani della buona coscienza dei produttori di ortofrutta, perché di controlli regolari non se ne fanno, l'introduzione delle buone pratiche è arenata, chi decide il trattamento è - o surprise! - il venditore di prodotti (ma solo al momento della vendita del boccione, perché poi finché durano i 5 litri non viene più interpellato) e tutti si affidano allo stellone. Il direttore dell'associazione dei produttori poi non trova di meglio che dare la colpa allo stato che "non si occupa della formazione". E' anche vero che (statistica personale) la metà dei produttori è più ignorante dei ramones, ma insomma non è che ci vuole la sorbonne per leggere un'etichetta.

Che poi giusto questa settimana era uscito uno studio di teratogenesi sul glifosate l'erbicida "totale" usato in combinazione con le colture GM. Cioè, uscito uscito no, nel senso che è stato ampiamente anticipato alla stampa ma è ancora in via di pubblicazione. Non mi sono piaciute per niente un paio di cose attorno all'annuncio (intervista a radionacional), tipo la posa da Unico Eroe Che Sfida Monsanto del ricercatore (del Conicet, il consiglio naz.le scienza e tecnica), la velata accusa di corruzione a tutti i suoi colleghi (c'è un motivo per cui io sono l'Unico Eroe? indovini un po'...) - il tipo è anche sottosegretario al ministero della difesa, non è molto elegante la secchiata di cacca sulle altre amministrazioni. La ciliegina dell'intervista è stata "il conicet non mi pubblicherà il lavoro sul suo bollettino": la dimostrazione finale che c'è un Complotto Planetario. Non è che invece è come la barzelletta del tipo contromano sull'autostrada? Ad ogni modo che il glifosate possa produrre malformazioni non sembra improbabile - strano che i catastrofisti non se ne siano ancora accorti - e magari anche se fosse tutto un bluff il risultato è un aumento della prudenza, che non fa mai male.

Per finire la settimana dell'agrochimica, il comune e la provincia si sono associati per un'azione di massa contro la zanzara che trasmette il dengue - il virus è arrivato in città e ci sono diversi casi autoctoni. L'azione di massa è una aspersione di insetticida casa-per-casa in tutta la città. Si diceva addirittura che i tipi con gli atomizzatori sarebbero entrati nelle case (una scena tipo cassandra crossing, ma senza saldare dentro la gente), invece si stanno limitando a spruzzare dalla strada, dopo aver chiesto alle signore di spalancare le finestre. Sicché si son viste immagini di casalinghe sul marciapiede col fazzolettino sulla bocca in una nuvolona di cipermetrina, mentre gli addetti e la tipa del telegiornale (la stessa delle verdure e dei bambini...) assicuravano che il prodotto "è innocuo, fa solo bruciare un po' gli occhi e la gola". Rob de matt. Per fortuna pare che la proverbiale inefficienza pubblica ci salverà: la fumigazione è in ritardo sulla tabella di marcia, hanno iniziato da nord, si dice che non passino proprio in tutte le strade... prima che arrivino qua la bolla si sarà sgonfiata.


vabbè, era architecture, ma è analogo

martes, 31 de marzo de 2009

Alfonsín

...y asegurar los beneficios de la libertad para nosotros,
para nuestra posteridad y para todos los hombres
del mundo que quieran habitar en el suelo argentino.


Che ti devo dire, mi sono venuti i lucciconi.


jueves, 26 de marzo de 2009

Yo tengo un elefante

Ho sentito alla radio (e poi letto) che è morto Tito Alberti, noto musicista jazz di cui ignoravo olimpicamente l'esistenza. Ho saputo che era il padre di Charly Alberti, batterista dei Soda Stereo il-mio-gruppo-pop-preferito. E ho saputo anche che era l'autore di "El elefante Trompita", rousseauiana canzoncina infantile che mi ha fatto sentire vagamente terrorista le due-tre volte che l'ho cantata a mia figlia, con quell'ultimo verso che non si sa se è minaccia, avvertimento o offerta che non si può rifiutare. Comportati bene Trompita, o ti faccio ciaf ciaf sul sederino (si canta mimando l'avvertenza con l'indice alzato e il ciaf ciaf con la manina a dire te le dò). La canzoncina la trovi qua. Io in mancanza d'altro preferisco ricordare il figlio, che è quello che suona la batteria dietro al muro di chitarrazze in questo video.



sábado, 21 de marzo de 2009

Stiamo liquidi

Da un articolo di Ambito Financiero - quotidiano economico.

"In Argentina, l'ottanta per cento dei risparmiatori sceglie il dollaro come moneta di riserva. C'è anche chi preferisce l'euro, ma solo perché i biglietti hanno maggior valore nominale e quindi occupano meno spazio nelle cassette di sicurezza."

Difficilmente un risparmiatore argentino avrebbe investito in bond argentini. So' simpatico, eh?

lunes, 16 de marzo de 2009

Nous sommes tous des assassins

A proposito di bipolarismi, c'è un giro questa deliziosa campagna del gruppo Cencosud contro i sacchetti di plastica. Il gruppo suddetto però non è una ong ambientalista, ma il proprietario di due tre catene di supermercati. A differenza di quello che succede(va) al conad vicino casa mia, qua a Córdoba le cassiere oltre ad essere gentili ti imbustano la merce in decine di sacchetti gratuiti, e te la dividono anche per categorie (due saponette e uno spazzolino? un sacchetto). Sicché al Gruppo devono essersi detti ahó, spendiamo di meno e facciamo anche un figurone, e paf! ecco l'apologo antipolimerico. Tutto sommato poteva anche andarci peggio, in fondo è improbabile che un sacchetto del Disco di Av. Riccheri finisca nella savana, sicché si dorme sensibilizzati ma con la coscienza a posto. Una campagna così in mano a Toscani, avrebbe ammazzato almeno un paio di ragazzini.

Chi invece ha seri problemi con i sacchetti - una volta riempiti di rifiuti - sono gli abitanti di Bouwer, il piccolo comune sede della discarica di Córdoba città. Nonché di un deposito di rifiuti tossici con relativo inceneritore, e dei resti di una fonderia di piombo. Questo è l'articolo meno tremendista che ho trovato. La raccolta dei rifiuti è stata municipalizzata poco più di un mese fa, ma nonostante il nome "Córdoba recicla" della nuova società, per ora di riciclaggio e raccolta differenziata se ne parla appena e a titolo sperimentale e "in alcuni quartieri di classe media" (perché media, poi? i poveri sono notoriamente zozzoni e ignoranti, ma i ricchi?).



Nella foto (google earth, direi) la discarica con gli otto rettangolini ricoperti e il nono (chiaro) in riempimento. Il complesso con le crocette è la casa di reclusione. Il paese si trova 3,5 km a est. Casa nostra nove a nord, ma non è importante, e poi la puzza non arriva. Vado a metter fuori il rusco.

martes, 3 de marzo de 2009

In fila per tre

Ci risiamo. Kleine-Fritzi ha vinto un altro giro nel tunnel della scuola - una vincita che avrebbe ceduto volentieri. Sicché oggi (ieri le maestre in conflitto salariale hanno boicottato l'inizio dell'anno scolastico) è entrata trionfalmente nella quinta elementare del locale istituto "Chiacchera & Distintivo". Bisogna dire che almeno da un anno a questa parte qualcuno sta cercando di farcire di didattica quella che era solo una scintillante operazione di marketing scolastico. Speriamo bene.



Nella suggestiva natura morta, il grembiule dell'uniforme (una delle poche cose su cui sono d'accordo con Mary-Star, a parte il fatto che un po' mi fa sangue) e le scarpe scolastiche, dall'alto valore simbolico, rituale e anche di categoria commerciale.

domingo, 1 de marzo de 2009

Where black is the color, where none is the number

Sulla Voz di oggi, nel supplemento Temas, un articolo di Claudio Fantini intitolato "Il Cavaliere invincibile". Fantini è senza dubbio (almeno, io non dubito) il miglior giornalista di esteri di Córdoba e dintorni, anche se a volte si lascia prendere la mano dall'erudizione - è capace di parlare del prezzo del petrolio e divagare dieci minuti sui problemi dinastici di Abu Dhabi snocciolando i nomi di tutti i cugini dello sceicco fino al terzo grado.

L'articolo è anche discretamente farcito di riferimenti per niente indiretti al governo nazionale, affine al berlusconismo: "Il primo passo è la costruzione di una narrazione che spieghi come minimo l'ultimo mezzo secolo di storia. In tale narrazione, una parte incarna tutti i mali e mette in pratica - dal governo o dall'opposizione - un sinistro piano il cui obiettivo è esercitare il potere, anche a costo di indebolire il paese. Contro questa banda di cospiratori lotta un gruppo che rappresenta la salvezza e la dignità nazionali."

Quello che Fantini non spiega nonostante il panegirico che fa di Veltroni, è il motivo per cui intellettuali di tale finezza non riescano a farsi ascoltare da un paese "dalla cultura tanto profonda e raffinata".


Per l'appunto, il suddetto CF

viernes, 20 de febrero de 2009

Apologetica


Bene, sembra che per ora il match Italia-Argentina di cui parla Angelo D'Addesio sia sospeso. Il simpatico Baúscia nostro è scomparso dalle pagine dei giornali, salvo per un articolo su Clarín in cui gli si attribuisce una patetica arrampicata sul vetro: "Erano loro che ridevano, io gli ho detto di non farlo". Come si dice da queste parti, no aclares, que oscurece. Lo fa mia figlia in quarta elementare, si becca una nota.

Insomma, gli è scappata, come al solito l'istinto di entertainer da crociera ha avuto il sopravvento. Hai voglia adesso a dare la colpa al comunismo internazionale che fa girare le notizie - se in effetti il primo resoconto sull'unità era piuttosto ambiguo, youtube è stato invece inequivocabile. La battuta c'era ed era di dubbio gusto al di là del contesto - e il fatto che l'equivalenza Berlusconi=Videla sia un'asinata non è una giustificazione.

Quello che sorprende è che sia tanto difficile per Lui e per chi ni coce ir pane o lo difende nei forum capire una semplice questione di base: le barzellette sugli ebrei nel posacenere o sul pisello dei negri fanno pure ridere (a volte) ma bisogna trovarsi nel cortile della scuola media o in una riunione di colleghi più che alticci, non alla presidenza del consiglio. A me sembra ovvio ma pare che sia roba da matusa (e matusa snob, per di più), si sa che in italia oramai ci siamo rotti le balle di questi lacci e lacciuoli alla libertà individuale. Avete mai pensato ai semafori? Credete sia casuale il colore rosso?

In compenso quaggiù nella Parte Lesa, la polemica ha sollevato il solito vespaio di commenti incrociati sui siti dei giornali, fra gli scandalizzati e gli apologeti di sempre della dittatura militare. Anche qua, il minimo denominatore "anche se uno fosse un terrorista, non è bello torturarlo e ammazzarlo di nascosto" sembra qualcosa di astruso. Ma il mio problema non è tanto la manica di forumisti (che poi finiscono per annullarsi denunciandosi a vicenda al moderatore) quanto il fatto che la battuta del Berlusca l'ho sentita decine di volte, ma sul serio, da vicini di casa, colleghi di lavoro, amici, conoscenti, mezzadri e affini. Tanoka dice che si sente scansato, io ne conosco diversi che potrebbero venire a congratularsi da un momento all'altro. Devo essere capitato in un buco spaziotemporale.


Sempre a proposito di massacri, già che siamo in allegria, oggi tutti riportano la notizia del foglio di via al vescovo negazionista. Il tipo è quello che aveva detto che sì, forse qualche ebreo era morto di freddo, ma nemmeno poi tanti, e dirigeva un seminario (bella lezione, professo'!) nell'hinterland di BsAs. La scusa ufficiale è una irregolarità nel permesso di soggiorno, ma da Verbitsky mi sembra di capire che il problema sono appunto le disinvolture storiche.

Ma la cosa notevole dell'articolo di Verbitsky sono queste righe che prendono spunto dalla penalizzazione del negazionismo in Germania:
En la Argentina, el INADI prepara un proyecto similar, que penaría con un mínimo de un mes y un máximo de dos años de prisión la negación del holocausto, del genocidio armenio y del terrorismo de Estado en el país. Ese texto, que instituye el delito de opinión y limita la libertad de expresión, no fue ordenado por el Poder Ejecutivo.
Spero proprio che il progetto non passi, o mi faranno stare simpatici sti quattro nazisti dell'Illinois.

miércoles, 18 de febrero de 2009

Piena di guai


Dico, sto da solo nel tinello in mezzo alla pampa a mezzanotte e mezza a preparare l'impianto di irrigazione e il patacca che ciò nell'mp3 mi dice che vuole una vita di quelle che non dormono mai? Si fa dell'ironia? Ma accorcia ben su quell'introduzione, dai.

martes, 3 de febrero de 2009

Sotto una buona stella (anzi 12)

Andiamo ad un battesimo familiare. La gente chiacchera fra un sandwich, una empanada e una birretta. Come succede spesso, viene fuori il discorso delle origini, ma di dov'è il tuo cognome, io ci avevo uno zio russo e una nonna armena, solite geografie perdute nella notte della Pampa.

Mettendo insieme i pezzi, la bimbetta è un poco comune miscuglio mitteleuro-fiammingo - infatti è bellissima, si sa che più roba butti dentro meglio è. Non so più quale zia commenta entusiasta: "Ma allora ha un sacco di possibilità di prendere una cittadinanza europea!". Insomma, un bebè è pur sempre una dimostrazione di ottimismo e di fiducia nel futuro, ma con una via d'uscita in tasca (32 pagine, copertina borgogna) si sta più tranquilli. Si è detto ottimisti, mica scriteriati.



...altro che la medaglietta con la madonnina

viernes, 30 de enero de 2009

Standard Euro 5



Piccolo annuncio sul giornale di oggi. Serve traduzione? "Ford Falcon del 1970, a metano, documenti e bollo in ordine, si avvia, curva e frena. $ 3000.-".

Onestà, chiarezza ed essenzialità. Chi volesse vedere il Falcon '70, e tutti gli altri modelli, e un sacco di roba su uno dei culti automobilistici argentini (sorvolando su certi aspetti sinistri), può farsi un giro qui.

jueves, 29 de enero de 2009

Pagina Italiana

E' il nome del nuovo "Periódico digital para los italianos en Argentina" che sarà presentato (domani, dice la Voz) dal Consolato di Córdoba e dai Giuliani nel mondo. Lo scopo, lo dice Marisa Bianchettin nell'editoriale di presentazione è quello di costituire un punto di informazione da e per la comunità degli italiani che vivono fuori dal circuito Buenos Aires-Rosario, con particolare attenzione all'informazione dall'Italia "interessante ed utile" per le nuove generazioni e a quella relativa alle storiche - e un po' malridotte - associazioni italiane locali. Allo stesso tempo, l'idea è quella di contribuire - anche attraverso incontri di formazione - a far crescere una coscienza cittadina nei giovani con doppio passaporto. Questa a me sembra la parte meno semplice, il che accresce il pregio del tentativo. In bocca al lupo.

miércoles, 28 de enero de 2009

Revolùscion #2

Bè, la notizia del giorno è che la stupidità è bipartisan. Dice: bella novità, non ce lo sapevo. Ho capito, ma io nel post precedente ho guardato solo da una parte, invece Rosa Bertino sul giornale di ieri racconta che lei (con l'aiuto di Rafael Bielsa, ex ministro degli esteri) guardava dall'altra, e che i media della capitale - ma conoscendo il pollaio direi che probabilmente anche i nostri - erano tutto un fiorire di proteste perché, appunto, la Cristina se ne stava a tramare coi comunisti invece di andare a Washington.

La stessa Cristina lo ha ricordato nell'ultimo annuncio pubblico. Ha detto pure, troppo buona, che i comunicatori erano certamente al corrente di come stavano le cose, e avrebbero dovuto esere più responsabili. Io sulla preparazione di chi sta nei media ho più di qualche dubbio, ma è vero che c'è un inseguimento generale della panza dell'utente e della bipolarizzazione a tutti i costi. Mai un passetto avanti, mai un "guarda che dici una stupidata", sempre allineati e copertissimi sull'opinione della ggente. Ne risulta un pullulare di quello che Juan chiama con delicatezza il boludo da politichería, in particolare - l'ho già detto - quando le circostanze garantiscono l'anonimato, nei commenti sui siti dei giornali, negli sms alle radio, eccetera.

La Rosa dice che se manca fosforo negli "strati medi e alti, imprenditoriali, universitari" poi è stupido dar la colpa di tutto alla classe politica. In italiano si dice "Ve lo meritate, Alberto Sordi".

miércoles, 21 de enero de 2009

Revolùscion

Alla radio pubblica, commenti sull'assunzione di Obama. L'analista politico - lo dice lui - sta sottolineando l'importanza politica (appunto) del gesto di Cristina, che invece di andare a Washington a rendere omaggio al nuovo imperatore se ne sta in visita ufficiale a Cuba (e da stasera in Venezuela). Ieri sera stessa versione, ma da parte di uno che invece passa per esperto di politica internazionale. Nello Zimbabwe, però, la pensano diversamente: nessun capo di stato è stato invitato, non ce li volevano, gli avrebbero complicato la vita. Sembra che ci sia ancora parecchia gente che lavora per convincerci che questa specie di DC (con tutto il rispetto) al governo sia invece un'avanguardia anarco-insurrezionale. Complotto disinformativo o imbecillità? Eeeehm....

...e poi, compagno, conquisteremo il mondo! (foto Presidencia de la Nación, massacrata da me)


sábado, 17 de enero de 2009

Credevo che piovesse


...non so se è chiaro (foto USDA)

Qualche giorno fa ho sentito questa notizia alla radio: un bambino muore di sindrome uremica emolitica, cinquantanove casi nel 2008 nella provincia. Non è che ci abbia fatto gran caso, non è la prima volta, non sarà l'ultima (si chiama cinismo da giornaleradio), e anzi mi sembra molto, molto bene che se ne parli e se ne scriva.

Però pensandoci su, sto 59 ha iniziato a sembrarmi un numero abbastanza scandalosamente grande, allora mi son messo a cercare e ho trovato questo articolo della Voz. Riassumendo, l'incidenza provinciale della SEU è di 14.5 casi su 100.000 bambini da zero a cinque anni (che è l'età in cui si rischia di morire). Me lo segno.

E a casa, come andiamo? Secondo l'ISS (Ist. Sup. Sanità) il tasso d'incidenza fino ai 15 anni sarebbe a livello nazionale di 0.27 casi per centomila. Siccome però ci sono delle variazioni regionali che a me sembrano un po' sospette (salvo che la Sicilia e la Toscana siano oasi miracolate), facciamo a fidarci del lombardo-veneto in cui il tasso sale fra 0.4 e 0.8. In Francia e UK è 0.7, siamo lì.

Ora da 0.7 a 14.5 c'è un fattore venti, cioè, Córdoba - che peraltro è una provincia media per qualità generale di vita nel Paese - ha venti volte i casi di SEU dell'Italia. Una dimostrazione eclatante della differenza fra stare in Europa (malgré nous) e in America Latina.

La SEU è provocata nella stragrande maggioranza dei casi da infezioni intestinali da E. coli. Insomma, carne macinata mal cotta, contaminazione da materia fecale, roba così, che si abbatte con l'igiene della catena alimentare, la scolarizzazione, l'informazione delle mamme. Le differenze, appunto.

Aggiornamento: mio cognato il veterinario mi ricorda due cose.
1. Carne a parte, in diversi quartieri c'è un problemino relativo allo stato precario delle fogne - dove ci sono - con conseguente rivoletto perenne di acque nere ai bordi dei marciapiedi. Ci va dentro il pallone, lo prendo con le mani, non me le lavo, mi mangio il panino...
2. Ho dimenticato vergognosamente il consumo pro-capite di bovino che da queste parti è più o meno doppio rispetto all'Italia. La differenza rimane grande ma non è un dato da poco. Mea culpa.

domingo, 11 de enero de 2009

Salamospotting!

Municipio di Guamini, il mio umile contributo al salamonismo

E che so', il figlio della serva? L'unico che va al mare a Tres Arroyos (come questi due) e non si va a vedere una cosetta di Salamone?

Francisco Salamone era un tipo che faceva cose un po' fuori dall'ordinario, per dirlo teneramente. Architetto e visionario (pare che Metropolis di Fritz Lang, visto in un cinema della provincia di Córdoba, lo abbia segnato), attivissimo nel sud della provincia di Buenos Aires fra il 1936 e il 40 (perché son finiti i soldi, sennò avrebbe continuato), e oggetto di riscoperta (brrr...) e culto da qualche anno.

Di solito quando uno dice "culto" penso più al narcisismo di chi il culto lo promuove che a qualche valore dell'oggetto adorato. Non per niente sono uno dei tre personaggi che spacciano Il Vedovo per un coltissimo trattato di storia, filosofia e sociologia. E anche nel caso di Salamone, bè, in fondo la penso allo stesso modo. Però è innegabile che le sue opere pubbliche (municipi, cimiteri, mattatoi) monumental-deco-sovraccarico non possono passare inosservate, e che è anche bello lasciar giocare il bambino che è in noi.

Qua c'è una serie di foto artistiche in flash, e altre stanno nei blog di cui sopra e su Taringa!.

Altro motivo di fascino è il fatto che tutto sto bendiddio sta sparso per la pampa bonaerense, in posti che ancora oggi devono suonare esotici alla maggior parte delle orecchie, con nomi come Salliquelo, Pringles, Laprida, González Chaves (dove La Chavense fa il miglior dulce de leche che abbia mai mangiato), avamposti del "progresso" all'inizio del 900, e nella maggior parte dei casi ben fuori dai circuiti turistici. Io solo per questo mi ci piazzerei tutta la giornata a inzupparmi come una brioche nella storia e nella mentalità della gente, ma temo che sulla strada del mare il resto della famiglia non appoggerebbe granché.

Bilingue/biculturale

La nonna italiana ha regalato un bermuda - tamarrissimo, peraltro - alla piccola Fritzi.

Fritzi - Uffa sto bermuda ha la cerniera lampo al contrario...
Fritz-padre - Fa' vedere?... ah no, il fatto è che ha il bottone da donna.
Fritzi - ¿?
Fp - Ha il bottone a sinistra, perché è un capo femminile, quindi hanno dovuto mettere il risvolto della lampo dall'altra parte.
Fritzi - Eh ma questi quanto sono formali!
Arg-Madre - (compartimentando con le mani) No, non sono formali, sono strut-tu-ra-ti...