martes, 31 de marzo de 2009

Alfonsín

...y asegurar los beneficios de la libertad para nosotros,
para nuestra posteridad y para todos los hombres
del mundo que quieran habitar en el suelo argentino.


Che ti devo dire, mi sono venuti i lucciconi.


jueves, 26 de marzo de 2009

Yo tengo un elefante

Ho sentito alla radio (e poi letto) che è morto Tito Alberti, noto musicista jazz di cui ignoravo olimpicamente l'esistenza. Ho saputo che era il padre di Charly Alberti, batterista dei Soda Stereo il-mio-gruppo-pop-preferito. E ho saputo anche che era l'autore di "El elefante Trompita", rousseauiana canzoncina infantile che mi ha fatto sentire vagamente terrorista le due-tre volte che l'ho cantata a mia figlia, con quell'ultimo verso che non si sa se è minaccia, avvertimento o offerta che non si può rifiutare. Comportati bene Trompita, o ti faccio ciaf ciaf sul sederino (si canta mimando l'avvertenza con l'indice alzato e il ciaf ciaf con la manina a dire te le dò). La canzoncina la trovi qua. Io in mancanza d'altro preferisco ricordare il figlio, che è quello che suona la batteria dietro al muro di chitarrazze in questo video.



sábado, 21 de marzo de 2009

Stiamo liquidi

Da un articolo di Ambito Financiero - quotidiano economico.

"In Argentina, l'ottanta per cento dei risparmiatori sceglie il dollaro come moneta di riserva. C'è anche chi preferisce l'euro, ma solo perché i biglietti hanno maggior valore nominale e quindi occupano meno spazio nelle cassette di sicurezza."

Difficilmente un risparmiatore argentino avrebbe investito in bond argentini. So' simpatico, eh?

lunes, 16 de marzo de 2009

Nous sommes tous des assassins

A proposito di bipolarismi, c'è un giro questa deliziosa campagna del gruppo Cencosud contro i sacchetti di plastica. Il gruppo suddetto però non è una ong ambientalista, ma il proprietario di due tre catene di supermercati. A differenza di quello che succede(va) al conad vicino casa mia, qua a Córdoba le cassiere oltre ad essere gentili ti imbustano la merce in decine di sacchetti gratuiti, e te la dividono anche per categorie (due saponette e uno spazzolino? un sacchetto). Sicché al Gruppo devono essersi detti ahó, spendiamo di meno e facciamo anche un figurone, e paf! ecco l'apologo antipolimerico. Tutto sommato poteva anche andarci peggio, in fondo è improbabile che un sacchetto del Disco di Av. Riccheri finisca nella savana, sicché si dorme sensibilizzati ma con la coscienza a posto. Una campagna così in mano a Toscani, avrebbe ammazzato almeno un paio di ragazzini.

Chi invece ha seri problemi con i sacchetti - una volta riempiti di rifiuti - sono gli abitanti di Bouwer, il piccolo comune sede della discarica di Córdoba città. Nonché di un deposito di rifiuti tossici con relativo inceneritore, e dei resti di una fonderia di piombo. Questo è l'articolo meno tremendista che ho trovato. La raccolta dei rifiuti è stata municipalizzata poco più di un mese fa, ma nonostante il nome "Córdoba recicla" della nuova società, per ora di riciclaggio e raccolta differenziata se ne parla appena e a titolo sperimentale e "in alcuni quartieri di classe media" (perché media, poi? i poveri sono notoriamente zozzoni e ignoranti, ma i ricchi?).



Nella foto (google earth, direi) la discarica con gli otto rettangolini ricoperti e il nono (chiaro) in riempimento. Il complesso con le crocette è la casa di reclusione. Il paese si trova 3,5 km a est. Casa nostra nove a nord, ma non è importante, e poi la puzza non arriva. Vado a metter fuori il rusco.

martes, 3 de marzo de 2009

In fila per tre

Ci risiamo. Kleine-Fritzi ha vinto un altro giro nel tunnel della scuola - una vincita che avrebbe ceduto volentieri. Sicché oggi (ieri le maestre in conflitto salariale hanno boicottato l'inizio dell'anno scolastico) è entrata trionfalmente nella quinta elementare del locale istituto "Chiacchera & Distintivo". Bisogna dire che almeno da un anno a questa parte qualcuno sta cercando di farcire di didattica quella che era solo una scintillante operazione di marketing scolastico. Speriamo bene.



Nella suggestiva natura morta, il grembiule dell'uniforme (una delle poche cose su cui sono d'accordo con Mary-Star, a parte il fatto che un po' mi fa sangue) e le scarpe scolastiche, dall'alto valore simbolico, rituale e anche di categoria commerciale.

domingo, 1 de marzo de 2009

Where black is the color, where none is the number

Sulla Voz di oggi, nel supplemento Temas, un articolo di Claudio Fantini intitolato "Il Cavaliere invincibile". Fantini è senza dubbio (almeno, io non dubito) il miglior giornalista di esteri di Córdoba e dintorni, anche se a volte si lascia prendere la mano dall'erudizione - è capace di parlare del prezzo del petrolio e divagare dieci minuti sui problemi dinastici di Abu Dhabi snocciolando i nomi di tutti i cugini dello sceicco fino al terzo grado.

L'articolo è anche discretamente farcito di riferimenti per niente indiretti al governo nazionale, affine al berlusconismo: "Il primo passo è la costruzione di una narrazione che spieghi come minimo l'ultimo mezzo secolo di storia. In tale narrazione, una parte incarna tutti i mali e mette in pratica - dal governo o dall'opposizione - un sinistro piano il cui obiettivo è esercitare il potere, anche a costo di indebolire il paese. Contro questa banda di cospiratori lotta un gruppo che rappresenta la salvezza e la dignità nazionali."

Quello che Fantini non spiega nonostante il panegirico che fa di Veltroni, è il motivo per cui intellettuali di tale finezza non riescano a farsi ascoltare da un paese "dalla cultura tanto profonda e raffinata".


Per l'appunto, il suddetto CF