domingo, 26 de octubre de 2008

Io e te, da soli

...non devi dirlo maaaai

C'era una signora, al supermercato del barrio, sui 55, che comprava le fettine e parlava con il macellaio. Ah io la Cristina non la posso proprio vedere. E quel che ha fatto con i fondi pensione? Guarda, se potessi io la impiccherei. Proprio così ha detto, la impiccherei. Ho cercato di immaginarmela, la cicciottella delle fettine, mentre dava il calcio allo sgabello e magari tirava pure un po' dalle gambe per finirla. Non è stato bello.

Ma che ha fatto la Cris coi fondi pensione? Come ha già detto Tanoka, il miglior pezzo in italiano sul progetto di nazionalizzazione dei fondi sta su Rotta a Sud-Ovest. Progetto, appunto, perché dopo il solito annuncio faremo-questo-e-quello la partita si giocherà in parlamento. E là è da tempo che non c'è maggioranza affidabile, il che significa che sono ricominciati i conteggi delle palline, i giri di telefonate, le allegre trame parlamentari.

Al di là delle prevedibili reazioni indignate della Nación (che però onore al merito oggi pubblicava una succulenta intervista al direttore della Previdenza Sociale Baudou), dei forti dubbi della Voz del Interior, dell'appoggio-ma di Crítica e delle affannose difese di P/12, quel che ci si domandava in casa è come fanno i Kirchner a non piacere anche quando prendono iniziative da discrete in su. Tanto per precisare da che pulpito viene la predica, la mia signora è una di quei lavoratori che nel '94, all'epoca dell'opzione (l'ora delle decisioni irrevocabili), in piena epidemia neolib, hanno rotto il silenzio-assenso per restare nella previdenza pubblica, e io mi onoro di stare fra gli oldfashioned che pensano ancora che i privati possano fare tutti i mestieri che vogliono meno sanità istruzione e previdenza. I Coniugi Nazionali non sappiamo bene da che parte siano stati negli ultimi 15 anni, sicché tutto quel che possiamo dire è benvenuti, ragazzi, meglio tardi che mai.

Dicevo, evidentemente alla signora del linciaggio-alla-superette il governo non piacerà mai, ma anche fra i nostri compagnucci della working class universitaria e affini le perplessità non mancano. Quali sono le vere motivazioni della presidente? La tutela dei lavoratori o la cassa (o entrambe)? E' così che si fanno le cose? Si prendono le decisioni nella solita stanzetta, si annunciano all'improvviso? Si fa un dibattito nazionale sulla legge d'istruzione pubblica, se ne apre un altro che ormai dura da un anno sulla riforma del sistema radiotelevisivo, e si aboliscono i fondi pensione così damblé? Era il momento? Era il caso, un anno dopo aver riaperto (sacrosantamente) il diritto d'opzione che i sedicenti liberali non avevano previsto? Oltretutto, dopo che tre milioni e passa di persone (tre milioni di pazzi, ma saranno pure affaracci loro) avevano di nuovo scelto la gestione privata?

Basta la metà di queste domande per farsi catalogare a destra (la destra lanatiana*, ho letto da qualche parte) dalla piccola folla di kirchneristi ortocromatici che imperversa sulla web. Ed è vero, c'è una discreta possibilità che siamo dei formalisti frivoli, che non sappiamo leggere le situazioni, non capiamo le urgenze, mordiamo pure la mano che ci dà l'osso. E che l'opposizione, che si ricorda all'improvviso che sto sistema privato faceva un po' schifetto, finisce per dare ragione a chi l'ha svegliata a martellate. Ma al di là dell'aspirazione a un po' più di trasparenza, a due-tre idee di programma di governo formalizzate, a meno sorprese, a meno arie fra il paternalista e la coscienza di élite illuminata, tutta roba più borghese della schweppes all'arancia, lo so, rimane la preoccupazione di cui scriveva Caparrós in un articolo peraltro discutibile e che con più efficacia esprimeva il collega Gabriel: "questi qua stanno consegnando il paese alla destra". Forse non ce n'è nemmeno bisogno, ci si consegna pure da solo, ma fra qualche anno a che sarà servito questo ehm stile di governo?

Va bene, fine del pianto greco. Vedremo che succede con i fondi pensione, in parlamento, sui media e in piazza. Página dice che i ragazzi hanno in mano un paio di sondaggi che li danno favoriti, sia a BsAs che quaggiù nelle remote province. Sarebbe bello se fosse così, per la riforma in sé e anche perché sarebbe una bella dimostrazione che, in pieno attacco mediatico, la ggente non è poi così succube del gruppo Clarín come le prefiche vanno lamentando.


*Questo dev'essersi sentito brillante. Lo ha detto pure alla moglie, a cena: lo sai che ho scritto oggi? Lei gli ha rovesciato la zuppa knorr sui pantaloni.

lunes, 20 de octubre de 2008

Gufando

Da "L'actu en patates", di Martin Vidberg, che a me pare molto divertán, quasi sempre.

Allora sta crisi arriva o no? Sono due settimane che l'abbiamo ordinata! Me l'ha pure chiesto un amico spagnolo: noi stiamo con le pezze al culo, voi ancora no? No, noi siamo in "calma tesa", siamo quasi sicuri che qualcosa succederà ma non sappiamo quando e soprattutto quanto. Ai primi crolli delle borse in giro per il mondo, e alla notizia della svalutazione del Real, erano riapparse le code per comprare dollari davanti alle case di cambio - a Buenos Aires qualcuno faceva previsioni nere, ed effettivamente l'allineamento con il Brasile sembrava probabile. Poi, e ci siamo ancora dentro, un periodo di relativa tranquillità, con il dollaro fermo o quasi. Ma Córdoba almeno sulla carta non avrebbe molto da stare allegra:
- l'industria automobilistica dipende in grande misura dall'estero: se non comprano, ci si ferma;
- i cereali e la soia sono calati praticamente ai prezzi dello scorso anno, e in compenso i costi sono aumentati in dollari; difficile che qualcuno finisca sul marciapiede a elemosinare, ma è possibile che tutto si restringa, affitti, macchine agricole, costruzione (il grande investimento del produttore negli ultimi anni) e in generale il giro di liquido nei paesi del campo.

Probabilmente fra qualche tempo sentiremo la mancanza dell'inflazione.


domingo, 12 de octubre de 2008

Beccate sta pinguinata!

Gassmann-Ravicchio lancia l'eponimo pinguino, sulla spiaggia di Mardel, ne Il Gaucho di Risi

Alla fine Mar del Plata si prende la finale della Davis, dopo una romanzesca vicenda ricca di colpi di scena, ironie cordobesi e lacrime amare. La perfida Nación dice che la decisione è venuta direttamente da molto in alto. Se uno fosse così irresponsabile da pensare che i ns. governanti, con l'ariaccia che tira, dedichino il loro tempo alla Davis, bisogna dire che l'ipotesi "l'ha presa la provincia di Bs As perché è il bastione dei Kirchner" è un po' più razionale di quella "diamo una mano a Córdoba" di qualche giorno fa. Ma insomma, almeno la smettiamo di parlare di cretinate e magari pensiamo a qualcosa di più serio. Mentre scrivo, alla tele c'è l'episodio dei Simpsons in cui Springfield organizza le Olimpiadi. Guarda te.

jueves, 2 de octubre de 2008

Scontro di civiltà

La polizia stradale della provincia è uscita dal periodo di prova. Il che significa posti di controllo volanti, e multe anziché moral suasion. Una delle prime vittime è stato il nostro ottantenne di casa, che beccato con la patente scadutissima si è messo a discutere col poliziotto che non voleva lasciarlo andare e gli ha pure detto: "ma se guido meglio di te!". Vantaggi dell'età, io al posto suo stavo al gabbio. A parte gli scherzi, i controlli sono quasi più pericolosi del cordobese al volante, tre file di coni all'improvviso in mezzo alla circonvallazione - niente cartello di avvertimento - più il pericolo di bersi quello davanti a te che vede la madama da lontano e inchioda intanto che con una mano spegne il telefono e con l'altra allaccia la cintura. Le multe fioccano (oggi alla radio si parlava di un migliaio al giorno) ma quello che mi colpisce è il problemone di adattamento alla norma, dopo anni di mancanza totale di controlli e un criterio generale di volemose bene. Le luci basse, le cinture obbligatorie, il telefono, ma soprattutto il numero di passeggeri e i bambini in braccio. Ricordo una discussione di qualche anno fa con un amico, io con il numero di passeggeri omologato, scritto sul libretto e tatuato nel cervello, lui con l'argomento "e se ho cinque figli? come si permette lo stato di farmene lasciare uno a casa? o mi ordinano di comprare un pulmino?". Ecco, più o meno questi sono gli argomenti che si sentono in giro in questi giorni, il concetto "tanti passeggeri quante sono le cinture" sembra durissimo da masticare; stamattina alla radio mezz'ora di commenti in favore della famiglia che deve viaggiare col bebé sulla fiorino, e chiaramente non potrebbe - salvo lasciare a casa un genitore. Il residuo di costume italiano che mi porto addosso - abitudine allo stato di polizia, diceva graziosamente un amico mio - si meraviglia ancora.