jueves, 2 de octubre de 2008

Scontro di civiltà

La polizia stradale della provincia è uscita dal periodo di prova. Il che significa posti di controllo volanti, e multe anziché moral suasion. Una delle prime vittime è stato il nostro ottantenne di casa, che beccato con la patente scadutissima si è messo a discutere col poliziotto che non voleva lasciarlo andare e gli ha pure detto: "ma se guido meglio di te!". Vantaggi dell'età, io al posto suo stavo al gabbio. A parte gli scherzi, i controlli sono quasi più pericolosi del cordobese al volante, tre file di coni all'improvviso in mezzo alla circonvallazione - niente cartello di avvertimento - più il pericolo di bersi quello davanti a te che vede la madama da lontano e inchioda intanto che con una mano spegne il telefono e con l'altra allaccia la cintura. Le multe fioccano (oggi alla radio si parlava di un migliaio al giorno) ma quello che mi colpisce è il problemone di adattamento alla norma, dopo anni di mancanza totale di controlli e un criterio generale di volemose bene. Le luci basse, le cinture obbligatorie, il telefono, ma soprattutto il numero di passeggeri e i bambini in braccio. Ricordo una discussione di qualche anno fa con un amico, io con il numero di passeggeri omologato, scritto sul libretto e tatuato nel cervello, lui con l'argomento "e se ho cinque figli? come si permette lo stato di farmene lasciare uno a casa? o mi ordinano di comprare un pulmino?". Ecco, più o meno questi sono gli argomenti che si sentono in giro in questi giorni, il concetto "tanti passeggeri quante sono le cinture" sembra durissimo da masticare; stamattina alla radio mezz'ora di commenti in favore della famiglia che deve viaggiare col bebé sulla fiorino, e chiaramente non potrebbe - salvo lasciare a casa un genitore. Il residuo di costume italiano che mi porto addosso - abitudine allo stato di polizia, diceva graziosamente un amico mio - si meraviglia ancora.

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