miércoles, 27 de mayo de 2009

Soy and fascination

Questa mattina il giornale cui sono abbonato sbatteva un titolo "Allarme agrochimici" su quattro colonne delle sue cinque. Occhiello: "Un cittadino - presidente di un'associazione - chiede al governatore la sospensione dell'uso di glifosate ed endosulfan, eccetera". Una nuova puntata della novela del glifosate, dunque, ma mi sa che quelli allarmati sono più che altro gli agricoltori, per paura che glielo tolgano, piuttosto che la popolazione in genere. Tra l'altro il tipo di cui si parla si occupa di sicurezza del lavoro per la CTA, non è presidente di un Vespa-club come sembrerebbe. Magari scriverlo gli avrebbe dato un'altra autorevolezza. Chissà come finisce questa storia. Pensa se proibiscono veramente un fattore fondamentale per la produzione della coltura più estesa del paese. Allora sí che non ci si annoierebbe.

Giusto la settimana scorsa stavo rileggendo più o meno sul tema questo libro qua. Scritto nel 2003, fa un riassuntino entusiasta (il tipo scrive tra l'altro sulla rivista del CREA, che è un gruppo di sperimentazione ed estensione agricola cooperativo privato) della storia della soia RR in Argentina. La sua tesi è, in breve, che per una serie di coincidenze fortunate più la prontezza di riflessi degli agricoltori locali, l'Argentina si sia ritrovata in mano un'arma formidabile -ed a buon mercato - nella competizione globale. Al contrario, alla Mostruosa Multinazionale Monsanto sarebbe andato tutto male: in effetti dopo aver perso per un errore legale il brevetto del seme RR e non essere riusciti a imporre l'esclusiva del loro erbicida nei confronti dei generici, si sono visti pure soffiare quattro quinti del mercato locale ad opera dei sementieri e dei produttori locali (la soia RR essendo una varietà è riseminabile, basta mettersi da parte un po' del raccolto). Seguono considerazioni sulla campagna di disinformazione massiva sugli OGM in Europa, che risparmio.

Questa interpretazione butta un po' a mare l'argomento ambientalista-antiyanqui dell'Argentina come porcellino d'india della MMM. La soia RR - così come il mais BT - sono stati da sempre ampiamente avallati da praticamente chiunque da dentro lo Stato ci abbia messo bocca; e allo stesso tempo la Monsanto si è presa diverse stoppate sulla faccia da governo e magistratura. Insomma, un paese sufficientemente adulto per decidere e difendersi da sé (qui un ricordo vintage di quando il governo Kirchner difendeva i futuri sediziosi, nonché le proprie entrate).

Quello che non butta a mare sono le conseguenze sociali ed economiche del yuyito, cioè l'espansione della "frontiera agricola" e la conseguente marginalizzazione dell'allevamento, e il disboscamento più l'espulsione delle famiglie di piccoli allevatori - anzi, se si continua a migliorare sulla resistenza a stress idrico come si augura il Tambornini ci ritroviamo soia pure dentro alla lattina delle acciughe. La soluzione ovviamente non è né il neoluddismo né le operazioncine di stampa. Magari dopo la campagna elettorale? Solo che non riesco a vedere nessuno in giro all'altezza della situazione, nemmeno se salgo sulla sedia e mi alzo in punta di piedi.

Sí, ho rotto le palle con sti giochetti. Ma questo disco è sottovalutato, e ha una delle più belle copertine che abbia visto.

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