viernes, 18 de julio de 2008

Positively Negatively

You gotta lot of nerve, to say you are my friend. (foto Infobae)

Due tre cosette sparse sulla K-sconfitta "campale".

Per fortuna i rumori più catastrofici - riportati su siti che se la tirano da informati - di rinuncia della Presidente, o di un insensato referendum, o un plebiscito non vincolante (¿?) sono rimasti tali. "Come suicidarsi per futili motivi" non sarà il bestseller dell'anno.

I vincitori festeggiano, Cobos è l'uomo mediatico del momento, Buzzi di Federación Agraria ha la faccia tosta di chiedere ulteriori vantaggi per i suoi produttori, De Angeli promette grano gratis; dall'altra parte la Presidente decora sul campo le truppe fedeli, qualcuno recrimina con Judas-Cobos, qualcun altro a sinistra, ma la sensazione è che le reazioni siano tutto sommmato composte. Io ho l'impressione che anzi ci sia anche un po' di sollievo, sia per la fine del conflitto in sé (salvo strascichi) sia perché questa sconfitta non è poi tanto peggiore di una vittoria per un voto. In un certo senso Cobos ha fermato un treno che sembrava senza freni, una specie di cassandra crossing politico del governo, in vena autolesionista.

La Presidente e chi per lei - non è la solita battutaccia sul marito che la comanda, voglio dire lei e l'entourage stretto di sempre - hanno messo in gioco nientemeno che la difesa della democrazia per una questione che al principio era tecnica, ed è stata da loro resa politica gonfiando l'importanza di frange estreme (schifosette anziché no, va detto) che cavalcavano sì la protesta, ma la cui visibilità è inversamente proporzionale alla consistenza. Un concetto di democrazia piuttosto minimale, poi, riassumibile con "ho vinto le elezioni sei mesi fa, decido io". Per un gruppo che in campagna elettorale straparlava di qualità istituzionale, bè, un po' pochino. Quando poi hanno deviato la discussione al parlamento, da una parte le cose erano già marce, dall'altra hanno scoperto quanto flebile fosse la maggioranza, e menomale che non c'è Pallaro. Perché il presidenzialismo è una gran bella cosa (no, scherzo) ma quando si vince al primo turno con il 46% si evita sì la seccatura del secondo, ma sempre al 46 si rimane, e se in parlamento si dimostra che buona parte di quel 46 sono voti ideologicamente eterogenei, sarebbe il caso di essere più prudenti. Dice ma questo è senno di poi. Vero, ma loro conoscevano i loro polli da prima.

A proposito di conoscere i polli... c'è una cosa che mi ha sorpreso, ed è la disinvoltura con cui il governo ha sfidato un mito nazionale, quello del piccolo produttore agricolo, il tipo che si alza alle 4, munge la vacchetta, e poi pompar l'acqua dal canale, poco fieno nel fienile... Il tipo non esiste più, è chiaro, e se esiste non lo rappresentano i quattro delle associazioni, ma per metterselo contro in un paese in cui i bambini alla materna imparano per prima cosa a cantare Señora vaca, bè ci vuole del fegato o dell'incoscienza. Eppure la presidente è una che nei discorsi è stata sempre molto attenta alla rappresentazione delle cose - soprattutto quella dipinta dai media - oltre che alla loro essenza. Non me lo spiego.

Domani seconda parte.

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