domingo, 1 de marzo de 2009

Where black is the color, where none is the number

Sulla Voz di oggi, nel supplemento Temas, un articolo di Claudio Fantini intitolato "Il Cavaliere invincibile". Fantini è senza dubbio (almeno, io non dubito) il miglior giornalista di esteri di Córdoba e dintorni, anche se a volte si lascia prendere la mano dall'erudizione - è capace di parlare del prezzo del petrolio e divagare dieci minuti sui problemi dinastici di Abu Dhabi snocciolando i nomi di tutti i cugini dello sceicco fino al terzo grado.

L'articolo è anche discretamente farcito di riferimenti per niente indiretti al governo nazionale, affine al berlusconismo: "Il primo passo è la costruzione di una narrazione che spieghi come minimo l'ultimo mezzo secolo di storia. In tale narrazione, una parte incarna tutti i mali e mette in pratica - dal governo o dall'opposizione - un sinistro piano il cui obiettivo è esercitare il potere, anche a costo di indebolire il paese. Contro questa banda di cospiratori lotta un gruppo che rappresenta la salvezza e la dignità nazionali."

Quello che Fantini non spiega nonostante il panegirico che fa di Veltroni, è il motivo per cui intellettuali di tale finezza non riescano a farsi ascoltare da un paese "dalla cultura tanto profonda e raffinata".


Per l'appunto, il suddetto CF

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