miércoles, 29 de julio de 2009

Ci mettiamo a contare le diarree?

Oggi sono ricominciate le lezioni nelle scuole di Córdoba. Questo dopo che le due settimane di vacanze invernali erano diventate tre, come prevenzione dell'influenza A. Per qualche motivo non proprio ovvio, poi, mentre il ministro della sanità annunciava la fine del picco infettivo, all'istruzione decidevano di lasciare altri due giorni di vacanza. Secondo la nostra vicina è ovvio che ci stanno nascondendo qualcosa, e quel qualcosa è che la fine del mondo è vicina, tanto più che le ha detto sua cuggina che ieri all'ospedale è morta una donna e ce lo tengono nascoooosto, altro che "une grippette". Proprio adesso che il tiggì ha quasi smesso di spargere il panico, la signora mi perde il controllo.

Per qualche altro motivo, altrettanto non ovvio, nessuno vuole recuperare i giorni di scuola perduti. Sicché i famosi 180 giorni di lezione effettivi all'anno che fino a poco tempo fa erano obiettivo minimo e irrinunciabile per la dignità scolastica, sono stati degradati sul campo, e non è più necessario tenere i ragazzini in un'aula con 35 gradi a dicembre. La ragione trionfa: poi dicono che non bisogna essere ottimisti.

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