lunes, 6 de julio de 2009

Come in Argentina

Sono traumatizzato. Ho visto (alla upim) delle confezioni monodose di crema solare (e non). Due euretti e ci si porta a casa un bel 20-30 cc di prodotto, insomma un'applicazione o due. Finora le confezioni iperfrazionate le avevo viste solo alla despensa del barrio, dove la ragazzotta che non può spendere 7-8 pesos per un flacone di sciampo se ne compra una bustina e svolta la lavata di capo del sabato, e lunedì si vedrà. Idem per la tintura della signora con le radici esposte. Mi è sempre sembrata una cosa piuttosto triste, anche perché il prezzo unitario è ovviamente più alto, e la tipa che non ha i soldi per il flacone alla fine del mese si ritrova a spendere il doppio. Poi magari questi sono tutti pregiudizi miei e invece c'è sotto qualche altra ragione più semplice e anzi iperconsumista. Solo che non mi viene in mente.

3 comentarios:

Tanoka dijo...

Sì, la prima volta che ho visto le bustine di aspirina vendute individualmente nei kioskos di buenos aires ho avuto la stessa impressione decadente. Non vedo altri motivi se non la sopravvivenza quotidiana (dei propri capelli).

qui roma dijo...

per un po' hai traumatizzato me, pensavo che la Upim ci fosse pure in Argentina ... (il titolo del post l'ho letto alla fine, ca va sans dire).
Sta cosa mi ricorda il trauma dei due miei amici per anni volontari in Albania, che hanno sentito che Fabrizio F. pagava un piccolo contributo alla scuola pubblica dei figli per l'acquisto dei gessi, carta igienica ecc. e loro, in coro, "..azz. noi lo favcevano in ALbania come cooperaz. internazionale"

Fritzmayer dijo...

...la cosa più triste è che chi compra la crema solare monodose sa che potrà andare al mare solo quella volta là!
marcello: quella cosa là, il contributo volontario pro-scuola, c'è anche in argentina. si chiama "colaborar con la cooperadora escolar". nelle scuole private come la "nostra" invece si chiama "sganciate 10 carte obbligatorie per le fotocopie".